Dal nostro inviato a Pino Torinese
Insomma, manco avrebbero dovuto esserci e invece eccoli qui. Planetario di Pino Torinese. Atmosfera soffusa. I Negramaro celebrano la rinascita con un nuovo disco che si intitola (non a caso) Amore che torni e parlano di quella tipica crisi che ogni tanto sconvolge anche le migliori famiglie. «Nell'autunno scorso ci eravamo sciolti e per la prima volta abbiamo trascorso un paio di mesi senza neanche sentirci al telefono. Perciò siamo tornati da un buco nero», spiega Giuliano Sangiorgi, che è il più torrenziale del gruppo e forse quello che ha porta ancora più profonde le stimmate di quella crisi. Dopo quasi due decenni insieme, condividendo palchi e vita, i sei Negramaro si erano lasciati a male parole. «Come accadeva spesso, per carità, il motivo erano magari una parola sbagliata oppure una email inopportuna, insomma cose della vita quotidiana», dicono ora. Però nessuno di loro allora ha sentito il bisogno di ripartire. Vuoto. Silenzio. Sangiorgi se ne è andato via dall'altra parte del mondo, direzione New York: «Ho trascorso due mesi a scrivere nuove canzoni e nuovi versi, ma non ho mai provato una solitudine così profonda, anche se magari alla sera avevo incontri importanti oppure facevo conoscenze stimolanti». Per capirci, «New York e nocciola l'ho scritta mentre camminavo sul ponte di Brooklyn ascoltando Chet Baker. Era un periodo in cui Trump parlava molto di immigrazione e io mi sentivo davvero un immigrato». In sostanza, «per noi non c'è stata nessuna Yoko Ono, certo qualcuno ha avuto figli o matrimoni, ma è stata la naturale evoluzione di una band che ha condiviso tutto per così tanto tempo. Avevamo solo bisogno di ritrovarci e difatti poi la cosa si è ricucita da sola». Forse per questo, ritornati insieme grazie a un semplice abbraccio, i Negramaro ora ritornano spogliati da certi barocchismi della loro ultima produzione. Sono più «nudi» e, quindi, anche più veri. Dopotutto la prima parola del disco è «torneranno» (nel bel singolo Fino all'imbrunire) e le ultime sono Un nuovo inizio, quasi a certificare lo «stop and go» di una delle ultime vere band del rock italiano.
«Siamo nati suonando in una cantina da tre metri per due, seguendo un percorso che ormai è inusuale. Ormai i ragazzi credono che la musica nasca in tv e anche per questo ci esibiremo per la prima volta a X Factor. Finora avevamo evitato certe situazioni televisive ma forse è giusto raccontare anche alle nuove generazioni come si può far musica». E proprio nella conclusiva Ci sto pensando da un po' c'è un omaggio a Fabrizio De Andrè a generazioni invertite: «Il disco che mi ha fatto capire il potere della musica è stato proprio il suo Nuvole. Lì c'era una signora anziana che recitava alcuni versi. Qui, in Ci sto pensando da un po', a recitare c'è mia nipote Maria Sole, che poi è la stessa impegnata nell'iniziale Fino all'imbrunire». Quando parla, Giuliano Sangiorgi ha di fianco gli altri cinque della band e i loro equilibri sembrano davvero quelli della «Fase 2» di ciascuna grande band. La prima è quella del conseguimento del successo, e loro sono passati dai garage e dai localacci fino agli stadi (dove torneranno con sei date dal 24 giugno e saranno a San Siro il 27, organizzazione Live Nation). Ora è quella della convivenza ragionevole, che è poi statisticamente la più duratura. E questo continuo calibramento consente anche brani come Per uno come me che è una storia di amore e naufragio scatenata dalle ecatombi nel Mar Mediterraneo.
E anche se Sangiorgi si lascia scappare la battura («In certi casi anche a Salvini verrebbe voglia di tuffarsi e salvare chi annega»), gli accenti non sono mai retorici, anzi. Nella nuova vita, i Negramaro hanno perso per strada il populismo radical chic per tornare a essere una band che racconta storie e, potendo, le suona anche negli stadi. In sostanza, la vera lezione della musica d'autore.
REUNION La band dei Negramaro con il frontman Giuliano Sangiorgi in primo piano. Il gruppo
si è riunito dopo la rottura dello scorso autunno. I sei celebrano ora la pace ritrovata con il disco
«Amore che torni», cui seguirà un tour da giugno e anche una ospitata a «X Factor»
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