Cultura e Spettacoli

I nuovi eroi ora sono le dinastie imprenditoriali

Il fenomeno editoriale: dopo i Florio, i Panini, i Menabrea, ora arriva la dinastia dei Crespi

I nuovi eroi ora sono le dinastie imprenditoriali

Innovazione, genio, visione, passioni travolgenti, e poi magnifiche ascese e violente cadute, intrighi, sogni, conflitti, invidie, amori e tradimenti, soldi - tantissimi soldi - potere, fortune e sventure... Come è chiaro a tutti, le epopee capitalistiche italiane, ossia le grandi famiglie imprenditoriali che tra Otto e Novecento hanno costruito il Paese, offrono una materia letteraria ricchissima. Eppure per molto tempo, a differenza di quanto succedeva in altre nazioni europee così come negli Stati Uniti, è stata del tutto ignorata dai nostri romanzieri, e chissà perché (possibile risposta: l'Italia è per tradizione un Paese profondamente antiborghese, perché antiborghese sono le sue due anime più forti, quella cattolica, e quella marxista-socialista, ferocemente anticapitalista: insomma, da noi, fare soldi con il lavoro non è mai stato qualcosa di cui andare particolarmente orgogliosi... e il fatto che il nostro santo nazionale sia il santo dei poveri, San Francesco, qualcosa vorrà pur dire).

Poi qualcosa è cambiato.

Dopo la grande letteratura industriale che ha raccontato il lavoro in chiave narrativa con Italo Calvino, Primo Levi, Ottiero Ottieri o Elio Vittorini, ecco la narrazione delle potenti famiglie «che hanno fatto l'impresa». La strada, anche se in chiave del feuilleton, l'ha aperta Stefania Auci, pubblicando con l'Editrice Nord la saga della famiglia Florio, raccontata nel romanzo I leoni di Sicilia, che non sono I Buddenbrook (per i capolavori non basta una nuova storia, serve una lingua nuova), ed è stato subito bestseller, con tanto di sequel: L'inverno dei Leoni, 2021. Poi il fenomeno è esploso (anche se nel 2018 c'era già stato il romanzo di Rossana Balduzzi Gastini su Giuseppe Borsalino, L'uomo che conquistò il mondo con un cappello, Sperling&Kupfer). E così ecco la leggenda della famiglia Panini di Modena e delle loro immortali figurine narrata da Luigi Garlando nel romanzo L'album dei sogni (Mondadori, 2021); ecco «La saga dei Menabrea», sottotitolo del romanzo La salita dei giganti (Feltrinelli, 2022) di Francesco Casolo, dedicato alla dinastia di mastri birrai piemontesi; ecco ora l'epopea della famiglia di industriali cotonieri Crespi, e della loro «città aziendale» sull'Adda, ricostruita in chiave romanzesca da Alessandra Selmi in Al di qua del fiume (che esce dalla stessa Editrice Nord del fortunatissimo I leoni di Sicilia).

E adesso: quali altre famiglie-imprenditrici arriveranno? Quali capitalistici capitani coraggiosi saranno i prossimi eroi dell'editoria italiana?

Intanto sembra che qualcuno dell'entourage dei Pirelli abbia chiesto allo scrittore Giuseppe Lupo, narratore d'eccellenza e italianista specializzato nella letteratura d'impresa, di pensare a un romanzo sulla celebre famiglia lombarda dei pneumatici...

Poi, certo, resta da chiedersi come mai, ancora oggi, dinastie che, al di là delle storie di lenzuola e di corna, hanno scritto la storia dell'imprenditoria italiana e fatto quella della nazione, come i Pirelli appunto, o i Falck o gli Agnelli, pur producendo centinaia di saggi, biografie e cataloghi, siano rimaste fuori dal mondo della fiction. Ma forse basta aspettare.

Tra poco c'è da scommettere ci sarà un capitolo anche per loro.

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