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I punk che cantano in veneto e incidono dischi in Texas

Rumatera, gli sconosciuti con migliaia di fan nel Nordest. Si ispirano ai Blink 182 e agli AC/DC ma con qualche tracimazione nel campo dell'elettronica e del rap: "Siamo rigorosamente punk - e vicini all'hard rock - ma amiamo sperimentare"

I punk che cantano in veneto e incidono dischi in Texas

«Non cerchiamo una casa discografica, anzi, abbiamo creato la nostra, La Grande V, per autoprodurci e lanciare altre band come la nostra». La Grande V sta per Venezia e loro sono i Rumatera, un gruppo punk che canta rigorosamente in dialetto veneto. Si ispirano ai Blink 182 e agli AC/DC ma con qualche tracimazione nel campo dell'elettronica e del rap. «Siamo rigorosamente punk - e vicini all'hard rock - ma amiamo sperimentare», dice il leader Daniele «Bullo» Russo che, con Giovanni «Rocky Gio» Gatto (entrambi provenienti dai Catarrhal Noise), Giorgio «Gosso» Gozzo e Luca «Sciukka» Perin (ex Budregassi) spopolano in Veneto ma sono pressochè sconosciuti nel resto d'Italia.

Tanto che sono andati ad incidere il loro quinto album Xente molesta , in uscita in questi giorni, agli studi Sonic Ranch di El Paso, in Texas. «Abbiamo fatto due conti e abbiamo visto che potevamo permettercelo, un sogno realizzato», dicono i Rumatera. Per capire il loro spirito, basti vedere i video delle registrazioni, dove il batterista Sciukka ha i capelli ossigenati perché, credendo poco a questa scommessa disse: «Se andiamo a registrare in America mi faccio biondo». Partendo da Cazzano di Pianiga, nella profonda provincia di Venezia, i Rumatera, col loro sound aggressivo e i testi che parlano di problemi quotidiani («da bar», dicono), hanno conquistato il Veneto. «Ormai nella nostra zona vengono 3 o 4 mila persone a concerto e all'ultimo Home Festival di Treviso ce n'erano addirittura 18mila. Cominciamo a farci conoscere suonando a feste in Piemonte e Lombardia. Ora bazzichiamo qualche locale lombardo raccogliendo una media di 300 paganti».

Il dialetto, per loro, anzichè un limite, è un modo più diretto per esprimersi e entrare in empatia col pubblico. «Al di là della lingua la nostra forza è il clima di festa che si crea in concerto. Una volta abbiamo suonato in provincia di Terni ed eravamo preoccupati , ma dopo tre brani erano tutti dalla nostra parte». Hanno anche qualche frequentazione famosa come il Trio Medusa, per cui scrivono tutti i jingle («ci hanno scoperto loro su Internet») ma rimangono duri e puri.

«Non ci interessa il successo se dobbiamo cambiare il nostro spirito “molesto”, preferiamo produrre e aiutare band della nostra zona come i Gottardo Project, di cui stiamo producendo il cd».

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