I tweet misteriosi di Lippi: «Renzi, salvami tu»

Il conduttore ricoverato a Matera scrive al premier. Poi spiega: «Profilo hackerato»

Paolo Scotti«Sono ricoverato a Matera. Avrei urgente necessità di comunicare con Matteo Renzi. Qualcuno glielo può dire? Grazie». E fin qui, nulla di strano. Il fatto che Claudio Lippi abbia inviato al Presidente del Consiglio questo insolito tweet dall'ospedale Madonna delle Grazie, dove il 31 dicembre è stato ricoverato per un malore, può sembrare curioso. «Un desiderio inconsueto, lo riconosco; uno sghiribizzo», commenta Lippi. Sono i tweet successivi, a creare un crescente allarme. Ore 10,43: «Caro Matteo, ho urgente bisogno di comunicare con te!». Ore 10,44: «Ti assicuro che sei determinante per la mia vita!». Ore 10,45: «Non è uno scherzo. Ti prego!». Che dramma è mai scoppiato, perché il malato presentatore debba supplicare il provvido Renzi dal fondo d'un letto d'ospedale? «Dopo quei tweet il mio telefonino mi ha tempestato per ore cade dalle nuvole Lippi-; amici e parenti preoccupatissimi: Che t'è successo?». Medici dell'ospedale in agitazione: «Non si trova bene da noi?». Ma i disperati appelli erano, in realtà, solo una bufala. «Io ho mandato a Renzi solo il primo tweet, quello in cui chiedevo un contatto con lui. Siccome non posseggo il suo telefono gli ho lanciato un cinguettio». Gioco che si guarderà bene dal replicare, dice, «visto che poi qualcuno, evidentemente degli hacker, s'è inserito nel mio account e ha inviato tutti i successivi, drammatici messaggi. Come fossero miei. Scatenando questo pandemonio». Nel vero senso della parola: perché pare che la segreteria di Renzi abbia telefonato a quella del Presidente della regione Basilicata; e questa ai responsabili dell'ospedale. In realtà il 71enne presentatore sta molto meglio: il rialzo di pressione, causato da freddo e stress, che gli aveva impedito di presentare lo show di Capodanno su Raiuno, è rientrato. «Non sono moribondo né invalido. Aspetto l'esito degli esami, e poi me ne torno a Roma». Ma nel frattempo tocca ferro. «Ora la mia camera sembra quella del Presidente della Repubblica.

Telegrammi, fiori, cioccolatini Ma se vengo a sapere chi è stato a farmi questo scherzo, prima lo picchio e poi lo denuncio». Scongiurata la tragedia, resta la curiosità. Perché mai Lippi vorrebbe parlare con Renzi? «Per conoscerlo. Prima di lui ho conosciuto Berlusconi. Con Letta non ho avuto il tempo. Ma con lui mi piacerebbe riuscirci».

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