Monica Bellucci, «questa donna celebre e sconosciuta che si scopre solo a metà», si racconta a Guillaume Sbalchiero, giovane scrittore francese: otto conversazioni in tre anni, che sono diventate Incontri clandestini (Rizzoli, pagg. 160, euro 18), ritratto-autobiografia dell'attrice. Un dialogo che prosegue anche oltre le chiacchierate dal vivo, «come se il libro fosse un diario segreto», perché «anche io, come lei - scrive la Bellucci a Sbalchiero - sono piena di fragilità...».
Ecco, Sbalchiero, «giovane e biondo» e la Bellucci, «donna matura e bruna» (parole sue) si incontrano, su proposta dello scrittore, e Sbalchiero è chiaramente ipnotizzato da lei, dalla sua «ambiguità», dalla sua «bellezza non semplicemente di carne, indiscutibile». E la Bellucci, protagonista del nuovo film di Emir Kusturica On the Milky Road nelle sale da oggi, madrina al Festival di Cannes dal 17 maggio (nel libro racconta come visse la prima volta che ricoprì quel ruolo, nel 2003: «La sensazione di morire d'angoscia, invasa dal panico prima dell'apertura») parla in effetti anche di ipnosi, provata da lei stessa in una seduta non andata a buon fine: «Ho vissuto un'esperienza veramente violenta. Non ero in buone mani, probabilmente». Spiega la Bellucci che a muoverla è stata la sete di conoscenza di sé: «Nonostante non mi sia mai ubriacata in tutta la vita e non abbia mai assunto droghe, tento a volte viaggi altrettanto rischiosi». L'ipnosi, appunto, o l'ayahuasca (un infuso allucinogeno), «bevuta due volte in presenza di uno sciamano. Una bella esperienza, ma molto potente». Del resto l'attrice, «duplice prodotto di un padre ateo, che non credeva in niente, e di una madre cattolica», insomma una adolescente che nell'«Italia pia» si faceva notare «fumando» e per i suoi «atteggiamenti ribelli», racconta di essere aperta nella sua ricerca spirituale e che, in questo percorso, «alcune porte si sono aperte»: «Ho percepito le energie superiori e interiori. Senza sapere se avessi fede, ho sentito di assomigliare a Maria Maddalena, che interpreto nella Passione di Cristo di Mel Gibson». Un film a proposito del quale, come Irréversible, la Bellucci dice che le ha permesso di esplorare la sfera dell'aggressività: «Già da bambina adoravo i fumetti brutali; eppure non sono una persona violenta. Ho solo bisogno di capire».
Monica Bellucci è una donna cresciuta «al centro del mondo femminile», fatto di «zie, nonne molto forti, una madre onnipresente». Risultato: «Le donne non mi spaventano. Al contrario, mi affascinano». Incluse le attrici. Mentre gli attori... «Alcuni di loro danno troppa importanza al loro ego. O tentano di fare l'attrice». Ci sono eccezioni, «momenti di intesa magica sul set», per esempio con Gérard Depardieu, Morgan Freeman, Gael García Bernal. L'icona Marcello Mastroianni: «Rimpiango di non averlo mai incontrato». Però la sua posizione nei confronti degli uomini è chiara: «Non sono in pace con il sesso maschile... Mi piacerebbe guardare gli uomini sotto un'altra luce, con meno pregiudizi. Essere meno sulla difensiva». Monica Bellucci racconta a Guillaume Sbalchiero di avere «qualche amico», ma che le amicizie con gli uomini «non sempre sono durate». E dice di avere sperimentato la violenza di cui gli uomini sono capaci: «Non è una cosa fisica - specifica - Ma da molto tempo provo sfiducia». La violenza che ha conosciuto era «sorda, mascherata»: «Penso che, solo raramente, mi sono sentita protetta dagli uomini. Mi sentivo più sicura a difendermi da sola». Invece lei è «come una lupa» nel proteggere le sue figlie, dopo il divorzio dal marito Vincent Cassel.
L'esperienza mostra anche il carattere: «Soffro di un sentimentalismo eccessivo. Perdono molto. Troppo... Alcune persone ne hanno approfittato». Ma, nonostante la sfiducia, pensa che uomo e donna siano «complementari»: «Sono una donna per cui l'uomo è indispensabile. Come se la donna fosse il carburante e l'uomo il motore». Monica Bellucci, da diva, dice che continua, «ancora oggi, a tremare a ogni tappeto rosso»; e che il legame con i registi rimane misterioso: «Non conosco le ragioni che spingono i registi a volermi nel cast, credo che spesso suscitiamo desideri di cui ci sfuggono le cause.
Emir Kusturica, ad esempio, ha detto di avermi scelta per una forma di innocenza che riesco a preservare malgrado la pesantezza e la crudezza dei miei ruoli». Ma lei, Monica Bellucci, chi vorrebbe interpretare? Tina Modotti, fotografa italiana, musa di molti artisti, rivoluzionaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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