Cultura e Spettacoli

Inizia la "battaglia" tra chef all'Academy di Cannavacciuolo

Nel «talent» del cuoco più famoso della tv nessuna corsa contro il tempo ma una gara a colpi di qualità e perizia

Inizia la "battaglia" tra chef all'Academy di Cannavacciuolo

Ferruccio Gattuso

Finire dietro i fornelli stellati di Villa Crespi sul Lago d'Orta, il regno di Antonino Cannavacciuolo. Per dieci talentuosi giovani cuochi in competizione (tutti tra i 18 e i 22 anni) è riduttivo chiamarlo sogno: perché dai sogni prima o poi ti svegli, mentre in questo caso la vittoria significa un anno di contratto nella brigata del fuoriclasse napoletano.

È questa la linfa di Antonino Chef Academy, il nuovo format di cucina prodotto da Endemol e Sky che - da oggi ogni martedì per sei puntate in prima serata su Sky Uno (canale 108, digitale terrestre canale 455) - propone una nuova formula, presto spiegata dal grande chef (grande per talento e per stazza, coi suoi 191 centimetri d'altezza per 140 chili di peso): «Si tratta di una vera e propria accademia, dove ci sarà teoria e pratica ma la prima è sempre finalizzata alla seconda. Insomma, qui vincono i fatti e le chiacchiere stanno a zero. Anche da parte dei coach ospiti che verranno in ogni puntata, tutti colleghi della ristorazione che stimo, non necessariamente conosciuti dal grande pubblico: in breve diranno la loro storia, poi si passa ai fornelli».

E per chi ha il tic dei confronti con altri talent show culinari, a cominciare dal pioniere MasterChef, si sappia che nell'Accademia competono giovani che già lavorano in brigate e cucine, nessun autodidatta ammesso: il gioco è duro ed è per duri.

«Non ci saranno corse contro il tempo, nessun fiato sul collo: non sarà una gara di velocità, ma di qualità», spiega lo chef stellato. Nella location del Castello Dal Pozzo di Oleggio Castello, Chef Tonino («così mi ha sempre chiamato mia mamma, e così mi piace che mi chiami la gente») guida i dieci aspiranti chef in un percorso formativo, tra tre tipologie di prove: tecniche di cucina, test fuori sede e un test di approfondimento individuale condotto da un professore ospite. Dopo ogni prova, un voto: chi avrà ottenuto il peggiore abbandonerà l'Accademia.

«Era il programma che volevo da tempo - spiega Cannavacciuolo - Con il mio team abbiamo selezionato questi dieci giovani provenienti da tutta Italia, ai quali l'Accademia fornirà un'occasione speciale: perché lavorare in una brigata diversa apre la mente, ogni esperienza per un cuoco finisce in valigia. Solo successivamente puoi scegliere una strada tua. Alla mia scuola potranno cimentarsi con cose che già conoscono, ma le vedranno dal mio punto di vista. Un fondo di carne da me non è il solito fondo di carne».

Antonino Cannavacciuolo è forse il più amato chef della tv: oltre al prestigio e all'applicazione nel lavoro, il suo lato umano, il suo essere asciutto e antiretorico, fa sì che gli spettatori trovino in lui quella serietà e genuinità che, ad esempio, non trovano nei politici. Lui, all'idea, sorride: «La gente ha capito che, con i miei rimproveri, le pacche sulle spalle e gli abbracci, non recito. Se mi arrabbio è perché a perderci, quando fanno gli errori, sono i concorrenti».

L'ultimo insegnamento è quello che dà a tutti i concorrenti di ogni talent, aspiranti o professionisti: «Quando si esce dalla tv, serve fare gavetta, misurarsi su vari fronti.

Non aprire subito un ristorante».

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