Figli d'arte

Jody Cecchetto: "Mio padre Claudio mosso da passione, non dai soldi"

Dj, canta, suona e suona di tutto: la chitarra, il pianoforte, le tastiere, il basso e l’ukulele, sognando il cinema. Jody Cecchetto è il protagonista della nostra rubrica "Figli d'arte"

Jody Cecchetto: "Mio padre Claudio mosso da passione, non dai soldi"

Jody Cecchetto, una ne pensa e cento ne fa. Un po' come il padre Claudio Cecchetto che ha segnato la storia della musica italiana dalla radio alla discografia. Jody presenta, imita, fa musica e radio, in onda su RDS Next. Il figlio d'arte condurrà su DeAKids il nuovo programma “Ready Music Play!” dal 16 dicembre ogni lunedì alle 20.25 e per l’occasione ha ricantato in versione social la celebre hit “Gioca Joeur”, lanciata dal padre Claudio Cecchetto, più di 38 anni fa, nel febbraio del 1981.

Tuo padre è un vulcano in piena, che consigli ti ha dato per la tua carriera?

“Di lui ho sempre ammirato, in tutti questi anni, l'approccio al lavoro. Lo stimo molto per come lui sposa il progetto, il modo in cui crede e si dedica. Non c'è un secondo che non pensi a quel progetto e va a dormire e si sveglia sempre con le idee in testa. Lui le cose le fa non con l'intento di voler per soldi, ha sempre fatto le cose perché secondo lui valeva la pena farle. Posso raccontarti un aneddoto?"

Prego, racconta pure...

“Da ragazzo faceva il batterista in una band e gli è capitato di non poter suonare, quindi è stato sostituito da un altro ragazzo. Una sera è andato ad ascoltare la sua band in cui suonava il batterista nuovo e gli è piaciuto un sacco quel sound! Così si è sfilato elegantemente ma perché era convinto che con quella formazione avrebbero spaccato di più. Insomma già da allora era talent scout e manager, tanto che poi ha lavorato dietro le quinte, dando una mano a Lorenzo Jovanotti, Max Pezzali e Fiorello. Quello che noto da parte di tutti coloro che hanno lavorato con papà è il grande rispetto e l'estrema riconoscenza nei suoi confronti”.

Anche tuo fratello Leonardo si è affacciato al mondo della musica con la hit “Focaccine dell'Esselunga” con lo pseudonimo OEL, come sono andate le cose?

“Era inevitabile accadesse, mio fratello ha sei anni meno di me e pesa di me, ha più muscoli di me e non so da chi abbia preso i geni, forse da mia madre, è un colosso (ride, ndr). Scherzi a parte, lui è molto appassionato di musica ed è sempre stato sempre in prima linea e sul pezzo. Ad esempio, lui ascoltava Sfera Ebbasta già sei anni fa, e sin dal primo mixtape che ci ha fatto ascoltare, sosteneva che avrebbe avuto successo. Insomma anche lui potrebbe diventare un altro talent scout, come mio padre! Io amo la tecnologia, lui ama molto la musica, segue la trap. Un giorno era nel mio studio e si è cimentato con un freestyle su una base di Youtube e ha cantato, a caso, che mia madre aveva comprato le focaccine dell'Esselunga. Ha fatto girare il brano su whatsapp e quando mio padre l'ha ascoltato si è appassionato e ha subito suggerito di pubblicarlo. Sono sicuro che mio fratello lavorerà nel mondo della musica, studia molto per questo”.

Un bilancio della tua esperienza a RDS Next?

“Mi sta dando tantissimo, oltre ad essere una grande palestra. La radio a differenza di Youtube o TikTok ha delle regole e non puoi sgarrare. C'è il talk, la gestione dei momenti giusti. Sono molto felice che la famiglia Montefusco si sia buttata su RDS Next, secondo me nel mondo non esiste un progetto così non solo perché web radio e app si mettono insieme sull'onda della fanbase di diversi influencer per educarli alla radio. Non c'è solo il concetto di radio tradizionale, ma anche di chat attiva, abbiamo un approccio molto differente rispetto al mezzo tradizionale e siamo liberi. Riceviamo tantissimi messaggi da chi ci ascolta ovunque con l'App e ora con l'avvento di Spotify i più giovani non sanno nemmeno come si accende radio”.

Perché hai accettato la sfida di “Ready Music Play!”?

“Sono entrato in contatto con Banijay Italia perché mi hanno notato a RDS Next, dove conduco un programma radiofonico. Mi hanno illustrato il progetto che riguardava il mondo del social e della musica. Ossia pane per i miei denti, dal momento che ho un animo nerd e amo tutto quello che è tecnologia social e web. Sono sempre stato in contatto con queste cose, così ho deciso di cogliere al volo questa opportunità, dopo aver avuto un'altra parentesi televisiva con 'Alex & Co'”.

Hai ricantato in versione social la celebre hit “Gioca Joeur” di 38 anni fa di tuo padre Claudio, com'è nata l'idea?

“Un giorno ho chiesto a mio padre la base strumentale del brano, così ho riscritto delle parti e a lui è piaciuto subito. È un po' un passaggio di testimone al momento giusto con il pretesto giusto”.

Cosa accade nel programma?

“Ci sono quattro protagoniste che formano due squadre, a ogni puntata fanno a rotazione in sfide non competitive, ma solo all'insegna del divertimento tra musica e moda”.

Ma il mondo dei social può entrare nel linguaggio televisivo?

“Sono molto distanti, soprattutto in Italia più che altro perché il pubblico dei social è molto giovane, mentre il target radio- tv ha un target più alto d'età. C'è un divario abbastanza notevole che però in qualche modo possono avvicinarsi sempre di più, secondo me. Questo programma avvicina non solo i giovanissimi, ma anche i genitori alla tv perché possono conoscere i meccanismi dei social soprattutto TikTok che in questo momento sta spopolando. È, secondo me, un modello che supererà Instagram”.

Secondo te, è un dato di fatto che ci sia una alienazione da social?

“Impossibile negare il fatto che si sia perso il contatto umano, ormai i giovani sono sulla testa sullo smartphone quasi sempre. Ma non è neanche giusto che gli adulti si lamentino di tutti gli aspetti negativi della tecnologia, i tempi sono cambiati. I ragazzini sono 'schiavi' dei social ma perché siamo essere umani ed è anche possibile che si sbagli. In questo subentrano i genitori che devono insegnare ai propri figli un uso consapevole dei mezzi tecnologici e social”.

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