Cultura e Spettacoli

Jonathan Lee, un «tuffo» nelle trame della Storia

Tra cronaca e invenzione letteraria, il racconto dell'attentato dell'Ira contro la Thatcher nel 1984

Seba Pezzani

Il 1984 fu un anno complicato per la Gran Bretagna, con un crescente dissenso nei confronti di Margaret Thatcher, rea di aver stroncato lo sciopero dei minatori e di aver detto ripetutamente no alle richieste della parte cattolica dell'Ulster. Il tuffo di Jonathan Lee (Big Sur, pagg. 446, euro 18,50; trad. Sara Reggiani) ricostruisce le settimane precedenti l'attentato dinamitardo dell'ottobre 1984 che distrusse il Grand Hotel di Brighton in cui era ospitato il congresso del Partito Conservatore.

Dosando con maestria la realtà storica che si dipana verso un finale noto a tutti e gli intrecci delle vicende personali dei protagonisti l'attentatore, il vicedirettore dell'albergo e sua figlia... l'autore consegna al lettore un romanzo a tratti divertente, a tratti commovente, in certi momenti spietatamente introspettivo e in altri corale.

Il 1984 avrebbe finito per rappresentare l'anno della svolta per la questione nordirlandese. Malgrado l'immediato sdegno della Thatcher e il rifiuto di scendere a patti con l'IRA, fu proprio in seguito a quell'attentato, uno dei più spettacolari mai inflitti al governo centrale britannico, che il Regno Unito si sedette al tavolo delle trattative con i vertici dell'organizzazione paramilitare cattolica, trattative culminate nello storico accordo del Venerdì Santo del 1998 e nella cessazione delle ostilità.

«L'esplosione fu talmente forte da scagliare uno dei più stretti collaboratori della Thatcher fuori dalla finestra della sua stanza, spiaccicandolo al suolo. Io c'ero. Non dimenticherò mai quel momento», mi disse un paio d'anni fa, con il sarcasmo che lo contraddistingue, Michael Dobbs, autore della fortunata serie House of Cards e, all'epoca, stretto collaboratore della Lady di Ferro. Il vero obbiettivo dell'attentato, ovviamente, era la Thatcher stessa, che restò illesa. Cinque persone persero la vita, 40 furono i feriti. I vertici dei «Provos» (o Provisional IRA, la frangia belligerante del movimento repubblicano) rilasciarono un freddo comunicato: «La signora Thatcher si accorgerà finalmente che la Gran Bretagna non può occupare il nostro paese e torturare i nostri prigionieri o sparare alla nostra gente sulle strade senza pagarne le conseguenze. Oggi siamo stati sfortunati, ma ricordate che basta che la fortuna ci sorrida una volta. Dovrete essere sempre fortunati. Date la pace all'Irlanda e la guerra cesserà».

È sempre il tempo a fare luce sulla Storia.

Talvolta, però, un buon romanzo come Il tuffo aiuta a capirne le trame più oscure.

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