«Kramer contro Kramer» convince anche a teatro

Il terzo Kramer era quello più importante, ma il suo nome non figurava nel titolo. Si diceva: Kramer contro Kramer e si pensava allo scontro, ai cocci (simbolici) che volavano, ai protagonisti col volto di Meryl Streep e Dustin Hoffman. Eppure quei cocci cadevano sulla testa di chi stava non «contro», ma «sotto»: il bambino. Oggi, la cronaca ci restituisce la foto di un piccolo conteso a Padova. Non serve altro per capire che Kramer contro Kramer è la storia che non invecchia. Le rughe, di età e saggezza, le porta sul volto Avery Corman, l'autore del romanzo che avrebbe conquistato uno straordinario successo al cinema e che lo stesso autore, un anno e mezzo fa, trasformò in piéce teatrale. Ecco perché Corman si presenta a Milano - al Teatro Manzoni, dove il dramma è in scena da oggi al 4 novembre, per la regia di Patrick Rossi Gastaldi, Daniele Pecci e Federica Di Martino protagonisti, Francesco Borgese e altri due bambini ad alternarsi nel ruolo del piccolo Billy - per precisare che «la messa in scena viene dal romanzo. Ho firmato un accordo con la produzione del film dove assicuravo di non usare una riga della sceneggiatura, della quale non ho i diritti». La fedeltà al romanzo è ciò che ha convinto alla parte il protagonista Daniele Pecci, attore teatrale e volto noto per fiction tv come Sposami: «Non ho mai amato gli adattamenti teatrali dal cinema. Finiscono per essere prodotti di sottogenere. Il film con Hoffman l'ho visto 20 anni fa, ma non ho inseguito nulla di Hoffman».

Federica Di Martino ha cercato addirittura un'altra donna, rispetto alla Streep anni '70: «Per calarmi nella parte non ho pensato alla donna di quell'epoca, combattiva per i propri spazi e diritti, bensì alle donne della depressione post-parto del cosiddetto maternity blues. Con l'aggravante di un compagno che non ascolta e mi isola. Esco di casa per non fare del male a me stessa o al bambino».

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