Cultura e Spettacoli

L'Academy non può escludere Netflix

L'Antitrust Usa: i film della piattaforma devono correre per l'Oscar

Sara Frisco

da Los Angeles

Che le cose si stiano facendo serie, fra Netflix, le altre piattaforme di streaming e i loro detrattori, è un fatto confermato da una notizia recentissima: ora persino l'Antitrust ha deciso di dire la sua. Con una lettera all'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, la Sezione Antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Usa ha voluto mettere in guardia dalle possibili ripercussioni - con probabile violazione delle leggi antitrust che potrebbero esserci in caso si concretizzassero gli ultimi ipotizzati cambi del regolamento per concorrere agli Oscar.

A scrivere all'Academy è stato il capo della divisione Antitrust del Dipartimento di Giustizia, Makan Delrahim: «In caso L'Academy stabilisse regole di eleggibilità atte a eliminare parte della concorrenza tale condotta potrebbe far insorgere preoccupazioni», si legge nella lettera che segue la notizia secondo cui Steven Spielberg starebbe cercando di spingere per un cambio delle regole. Il regista vorrebbe limitare la possibilità di concorrere agli Oscar ai soli film prodotti dalle piattaforme che abbiano goduto anche di un'uscita nelle sale cinematografiche.

Netflix aveva fatto molto parlare di sé lo scorso febbraio, con il successo di Roma, di Alfonso Cuaron, prodotto dalla piattaforma e arrivato agli Academy con 10 nomination e tre vittorie: miglior film straniero, miglior regia, migliore fotografia ed è un fatto che il mondo del cinema e della televisione stiano subendo una vera rivoluzione, filosofica e culturale, da quando le piattaforme di streaming hanno fatto il loro ingresso nella produzione di contenuti per l'intrattenimento.

Le prime polemiche furono sollevate a Cannes, due anni fa, quando due film targati Netflix entrarono in concorso. Ma la polemica più recente riguarda Helen Mirren, che al CinemaCon, in corso di svolglimento a Las Vegas, ha detto laconica: «Amo Netflix, ma fanculo Netflix».

Una dichiarazione fatta per accattivarsi il pubblico della convention, in grande parte formato da proprietari di catene di cinema, un business che genera decine di miliardi di euro ogni anno e che potrebbe risentire dell'avvento dei vari servizi di streaming online.

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