Antonio Lodetti
Rimane il mistero sui presunti impegni che impediranno a Bob Dylan di presentarsi il 10 dicembre a Stoccolma per ricevere il Nobel. L'Accademia Svedese - che lo ha premiato - sembra particolarmente intimidita (ed è dir poco) dalla figura ieratica del cantautore. Sembra di sentire le parole de Il marchese del Grillo quando dice: «Io sono io e voi non siete un c...». I dotti professoroni avevano annunciato per ieri un comunicato in risposta alla sua indisponibilità, ma nessuno si aspettava una dichiarazione così disarmante. «C'è una possibilità che Bob Dylan si esibisca a Stoccolma il prossimo anno, forse in primavera. In quel caso ci sarà l'occasione perfetta perché pronunci il suo discorso». Una vera e propria resa alla volubilità e alla sicurezza di Dylan, che già con i suoi atteggiamenti aveva fatto inalberare tanti scrittori ed esponenti del mondo letterario e culturale.
Può darsi che la prossima primavera Dylan suoni a Stoccolma. Tanto il suo Neverending tour lo porta da anni a saltare da una parte all'altra del mondo. Gli accademici studieranno attentamente il calendario di concerti di Bob, e se vedranno un concerto proprio a Stoccolma cosa faranno? Cercheranno di bloccarlo all'entrata o all'uscita dello spettacolo per invitarlo a tenere la rituale lectio magistralis con cui il vincitore si guadagna il diritto di mettersi in saccoccia le 750mila sterline (813mila euro) del premio? Il «discorso» è obbligatorio ma non la presenza fisica... Può essere anche una «lettura video» inviata entro sei mesi dal fatidico 10 dicembre.
E se Dylan andasse a suonare a Stoccolma dopo la scadenza del periodo? E se mandasse il discorso a gennaio o a febbraio? I professori sembrano completamente in balìa della volontà del cantautore, che ancora una volta - come quando si smarcò dall'impegno sociale e dal movimento per i diritti civili - sottolinea di «non essere il rappresentante di nessuno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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