Cultura e Spettacoli

"In Libano con i soldati E poi andiamo a Sanremo per i dieci anni del Volo"

A Natale su Rai1 il «music movie» sulla missione del trio con le truppe italiane della base di Tiro

"In Libano con i soldati E poi andiamo a Sanremo per i dieci anni del Volo"

Poi hanno avuto la conferma di essere in gara al prossimo Festival di Sanremo. Ma prima i tre ragazzi del Volo hanno trascorso alcuni giorni con i militari italiani (ma non solo italiani) che lavorano per la pace nella base Unifil di Tiro, in Libano. Una sorta di «missione» che hanno affrontato senza troppi squilli promozionali e che è diventata un «music movie» in onda su Rai1 nella sera di Natale alle 23. «L'esperienza più bella della nostra vita» dice Gianluca Ginoble e, in effetti, la sua voce, come quella di Ignazio Boschetto e Piero Barone, si incrina ricordando l'esperienza. Al di là della retorica, è stato il confronto tra due mondi. Da una parte tre cantanti famosi in tutto il mondo e dall'altra militari «professionisti di pace» che vivono ai confini del mondo, in quella zona cupa, faticosa e dolorante che è il Libano. «Tutti i musicisti dovrebbero fare viaggi come questo - spiega Piero - perché si capisce che cosa voglia dire aiutarsi a vicenda». Gli italiani sono in Libano da quarant'anni, sono stati decisivi nel 1982 al comando del generale Franco Angioni, hanno subito perdite (ad esempio il marò Filippo Montesi nel 1983) e da decenni sono un contrappeso fondamentale alle turbolenze di un'area squassata da lotte sanguinose. «Loro dicono che è la loro vocazione - spiega Ignazio - e che sono lì per una missione di pace. Certo, sentono la mancanza delle famiglie, ma sono consapevoli dell'importanza di ciò che stanno facendo». Insomma, «stare con questi militari ci ha insegnato il significato di parole come coraggio e umiltà. Gli italiani sono mille e sono compatti nell'aiutarsi giorno dopo giorno, un esempio che spesso si sottovaluta nella cronaca quotidiana». Tra un incontro e l'altro, tra un pranzo in mensa e visite nelle zone di Tiro, hanno trascorso alcuni giorni con il contingente italiano. E poi, ovviamente, hanno cantato. «Il nostro è stato sostanzialmente un concerto di Natale», dice Gianluca. E Ignazio aggiunge: «Non c'erano soltanto i militari italiani ma anche quelli delle altre tredici nazioni impegnate in questa missione di pace. Ed è stato commovente vedere come tantissimi telefonassero a casa durante le nostre canzoni per condividere con i famigliari l'emozione della musica. È stato bello vedere come un soldato, abituato ai turni più difficili e alle zone più complesse, possa emozionarsi grazie alla musica». E Gianluca aggiunge: «Sembrava di essere allo stadio. E, quando abbiamo cantato 'O surdato 'nnammurato, c'è stata un'ovazione: quasi tutti vengono dalle zone intorno a Napoli». In sostanza, è stato un incontro emozionante.

Poi, al ritorno in Italia, Pippo Baudo e Fabio Rovazzi durante Sanremo Giovani hanno confermato che il Volo tornerà in gara al prossimo Festival di Sanremo con il brano Musica che resta. Nel 2015 hanno vinto con Grande amore e poi, nella conferenza stampa immediatamente successiva alla vittoria, ci furono scintille con Nek, secondo classificato. Roba del passato.

Stavolta all'Ariston per il Volo sarà un ritorno al futuro. Proprio lì, nell'aprile del 2009, trionfarono a Ti lascio una canzone condotto da Antonella Clerici e, dopo dieci anni, festeggiano una carriera ricca di successi anche all'estero. in fondo sono il simbolo del «bel canto», quel modo di intendere la musica che caratterizza l'immagine italiana nel mondo. «Arriveremo a Sanremo per festeggiare quei momenti», conferma Piero, e c'è da immaginare il loro entusiasmo. Per loro, su quel palco, sarà davvero un compleanno da ricordare.

A prescindere dal risultato finale.

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