Sanremo 2019

Libera e astuta. Nessuno batte Ornella Vanoni

Libera e astuta. Nessuno batte Ornella Vanoni

Con l'Ornella la musica non è mai finita. E gli amici non se ne vanno. Non è mai un'inutile serata. Anzi. È uno spettacolo, unico, imprevisto. Imprevedibile, direi senza fine. Citando un altro pezzo aggiungo che erano in quàter, col Padola, el Rudulf e el Gaina, nel senso del Claudio el padrùn, l'àlter Claudio crapa pelàda e la bela tusa Virginia ma LEI, l'Ornella stava sopra di tutti e di tutto. Libera, fuori dal copione scritto e/o immaginato, donna furbissima, artista maestosa, un monumento dal quale i piccioni del Festival stanno alla larga tanto è alto, imponente, abbagliante. L'Italia dei quota cento deve fare i conti con questa femmina che ha messo assieme anni ottantaquattro ma se chiudi gli occhi torni ad amare e ti vengono alla mente i titoli di certe canzoni sue che diventano i titoli della sua esistenza, del suo carattere, della sua personalità: Eternità, La voglia la pazzia, Domani è un altro giorno, Io ti darò di più, Senza paura, Stupidi. Di altre artiste s'ignora il vero censo, ma Vanoni è signora senza apostrofo anche se la mala era la scuola di ispirazione che resiste al logorio del rap e del trap, storie di vita vera, quaranta dì e quaranta nott.

Dunque nel circo sanremese di clown e bestie feroci, d'improvviso, senza rullo di tamburi, Ornella Vanoni ha riempito quel palcoscenico che provoca emozioni e tremori, più o meno veraci, ai più esperti dei teatranti. Lei no, Strehler le è rimasto addosso, nella postura elegante ma si è fatta libera e liberata, la osservi, l'ammiri, l'ascolti, la senti ma non la possiedi, non la hai, un po' come il suo amore per Gino Paoli che ha la stessa grandiosa cifra artistica però non così vulcanica o bizzarra. Sfugge la sua voce che poi s'innalza e avvolge e invade il suo corpo, non soltanto il suo, l'ottima e abbondante Virginia Raffaele prova a scendere a patti ma è costretta alla resa, non c'è scrittura prevista, non c'è limite, Ornella spazia, tracima, va, sale, astuta come non mai, prima gatto, poi tigre, chi la pensa tonta è tonto per primo, semmai il tempo si accorcia, più non è quello delle nebbiose notti milanesi, la fatica la prende quando arrivano le dieci di sera, superata la dogana del sonno ecco che Ornella si rialza, Bisio e Baglioni scompaiono, Patty Pravo la abbraccia e la bacia in silenzio, complici di un'epoca, di una musica, di interpreti in via di estinzione. Improvvisamente la notte di Sanremo è diventata mattina, allegra, divertita e divertente. Stasera si chiude, restano i coriandoli di Ornella Vanoni, «c'è una ragione di più per dirti che vado via.

Vado e porto anche con me la tua malinconia».

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