Da oggi è in libreria L'Italia del Family day (Marsilio, pagg. 234, euro 16,50), un saggio-intervista di Stefano Lorenzetto su Massimo Gandolfini, che ha per sottotitolo Dialogo sulla deriva etica con il leader del comitato Difendiamo i nostri figli. Neurochirurgo specializzato in psichiatria, consultore vaticano per l'esame dei miracoli che hanno portato sugli altari Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II, Elisabetta della Trinità e Charles de Foucauld, il professor Gandolfini ha nelle vene un po' del sangue di don Enrico Tazzoli, il più famoso dei cinque martiri di Belfiore.
Da giovane militava nei Cristiani per il socialismo e professava la teologia della liberazione. Aveva i suoi riferimenti spirituali e politici in Giulio Girardi, Ernesto Balducci e Giovanni Franzoni. Votava Psi e leggeva Com Nuovi Tempi. Al referendum del 1974 si espresse a favore del divorzio. Poteva finire arruolato nelle Brigate rosse o in Prima linea. Eppure lo descrivono come sanfedista, oscurantista, omofobo, retrogrado, reazionario.
Ma chi è in realtà, che cosa vuole e fin dove è disposto ad arrivare il presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, comparso all'improvviso all'orizzonte dell'Italia con il Family day? E perché ha sfidato il premier Matteo Renzi? Questo movimento di popolo diventerà un partito? Per gentile concessione dell'editore, pubblichiamo in questa pagina alcuni stralci dell'introduzione. RedCult
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