Cultura e Spettacoli

L'inferno disperato e assurdo di Rucello

Un lietissimo ritorno al Festival dei due Mondi con la nuova edizione delle Cinque rose di Jennifer di Annibale Rucello, il maggior drammaturgo napoletano degli anni '70. Che qui diventa un tragico passo a due truccato da thriller con un misterioso assassino che miete vittime tra i travestiti in attesa di un amante che li riscatti dal delirio della prostituzione. Nello spettacolo agito con bravura dalla strabiliante coppia formata dai due Glejeses (ovvero il fantastico Geppy e suo figlio Lorenzo che assume struttura e modi di una magnifica maschera tragica), noi spettatori precipitiamo in questo tragico divertissement dove il delirio del consumismo ci avvolge nell'onda rapinosa delle canzoni d'amore di Mina, Vanoni e Patty Pravo che, vomitate da una radio invisibile, fanno da contraltare alla esasperata presenza di un partner che non arriva mai. Dato che al suo posto appare l'inquilino della porta accanto, ossia Lorenzo che, truccato da poliziotto alla Agatha Christie, pare sottintendere in un esasperato ralenti la presenza sarcastica della morte. Ovvero di un colpo di pistola con il quale la straripante recitazione di Geppy conclude la sua parabola terrena. Lasciando nello spettatore il dubbio che proprio lui sia stato il demoniaco killer delle vittime inutilmente assetate d'amore. Nella regia, agita con frenetico charme dallo stesso strepitoso interprete, il piccolo capolavoro di Ruccello si dilata fino ad assu- mere i contorni di un autentica tragedia coronata al finale dall'appassionato consenso del pubblico.

CINQUE ROSE DI JENNIFER - Spoleto, Festival dei due Mondi.

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