Cultura e Spettacoli

L'Italia verso l'Oscar con il film contro la Brianza

Scelto Il capitale umano di Virzì, pieno di luoghi comuni

L'Italia verso l'Oscar con il film contro la Brianza

Brianza maiala, capitalismo bucaiolo. Sarà Il capitale umano , commedia del livornese Paolo Virzì, il film italiano candidato all'Oscar. È stato scelto dalla giuria, istituita dall'Anica, composta da Gianni Amelio, Tommaso Arrighi, Angelo Barbagallo, Nicola Borrelli, Caterina D'Amico, Maria Pia Fusco, Barbara Salabè, Gabriele Salvatores e Niccolò Vivarelli. Ora Il capitale umano cercherà di ripercorrere le tappe de La grande bellezza di Paolo Sorrentino, l'anno scorso vincitore della statuetta. Di shortlist in shortlist , fino all'annuncio della cinquina che sarà effettivamente in gara nella notte degli Oscar. Vedremo dove arriverà Virzì, che ieri si è detto onorato di rappresentare l'Italia.

Nel frattempo, non possiamo dimenticare la polemica sul modo in cui l'Italia è rappresentata ne Il capitale umano . Sceneggiata con Francesco Bruni e Francesco Piccolo, la pellicola è tratta dall'omonimo romanzo di Stephen Amidon, ambientato in Connecticut. Virzì ha scelto invece la Brianza. Siamo a due passi dalla Borsa di Milano. Immobiliaristi falliti e speculatori finanziari sono pronti a tutto in nome del denaro. Ma dare un prezzo a ogni cosa, anche agli uomini, conduce alla rovina. Detto che la commedia, dal punto di vista drammaturgico, funziona, per il resto si affoga nei luoghi comuni sul capitalismo bucaiolo, tipici del cinema italiano da finanziamento statale (700mila euro in questo caso).

La pellicola fu accompagnata da una disastrosa intervista rilasciata a Repubblica in cui Virzì definiva il paesaggio della Brianza «ostile e minaccioso», indicava in Como una «città ricchissima che esprime il degrado della cultura con quel suo unico teatro, il Politeama, chiuso e in rovina» (Como non è in Brianza e il Politeama non è il suo unico teatro, ma sono dettagli), se la prendeva con i borghesi ridotti a «ostentatori che rendono volgare la ricchezza e lo spreco, che fa dei truffatori e degli evasori dei martiri e degli eroi». Il tutto, naturalmente, dopo anni di «berlusconismo».

Ecco, dopo la Grande bellezza, quest'anno esportiamo il Grande Luogo Comune.

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