In effetti sarebbe stato difficile spostare un omone come Giuliano Ferrara. E, infatti, è rimasto lì immobile: alle 20,30 dopo il Tg1. La questione riguardava lorario di messa in onda di Qui Radio Londra: Raiuno avrebbe voluto che, a partire dal prossimo settembre, venisse spostato alle 14, subito dopo ledizione delle 13 del notiziario. Motivo: togliere uno spazio che non è in linea con gli ascolti del primo canale e che crea problemi (di traino, si dice in gergo televisivo) al giochino successivo e alla prima serata. I palinsesti autunnali (giovedì saranno analizzati dal Cda) erano già stati redatti e presentati ai vertici Rai con questa soluzione. Però il direttore del Foglio ha fatto cortesemente (e pubblicamente) sapere che o lo lasciavano lì dovera oppure avrebbe chiuso il programma. Del resto un giornalista della sua statura mai avrebbe potuto accettare uno spostamento così poco consono: anche perché dovendo commentare le notizie del giorno, difficile farlo nel primo pomeriggio. Da non dimenticare, poi, che Ferrara ha un contratto che non è in scadenza.
Alla fine il direttore di Raiuno Mauro Mazza è giunto a più miti consigli e, piuttosto di perdere il giornalista (e anche uno dei pochi dellarea di centrodestra in grado di reggere una trasmissione televisiva), ha «sbianchettato» il palinsesto e rimesso Qui Radio Londra al suo posto. Tirar su gli ascolti spetterà a chi vien dopo, ai giochini o alla fiction.
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