Allora, Formigli, si ricomincia: propositi per il 2013?
«Vorrei che Piazzapulita diventasse sempre più un programma d'informazione. Come dice Aaron Sorkin, il produttore della serie americana The Newsroom, in democrazia non c'è niente di più importante di un elettore ben informato. Vogliamo raccontare i fatti mettendoci dalla parte dl pubblico, senza guardare a destra o sinistra».
Vuole mandare un saluto a Lerner, suo predecessore nella serata del lunedì?
«Gad Lerner è un amico, un innovatore e un grande giornalista. Ho imparato molto da lui: ha proposto in prima serata persone che non conoscevamo e che tutti abbiamo sfruttato».
Un anno e mezzo fa, quando esordì a La7 staccandosi da Michele Santoro, Corrado Formigli non era nemmeno un outsider. Ora, dopo aver retto il giovedì, proprio contro Servizio Pubblico in versione multipiattaforma, e abiurata la staffetta d'inizio stagione, Piazzapulita occuperà lo spazio del lunedì, serata impegnativa che Formigli ha accettato, disponibile al gioco di squadra della rete.
Torna all'inizio di una campagna elettorale: non c'è momento migliore...
«Il rischio principale è fare tutti le stesse cose e con gli stessi ospiti. Noi non vorremmo parlare di alleanze, ma dei problemi della gente. Ai politici vorrei chiedere come risolvere le diseguaglianze crescenti nel nostro Paese. Vorrei che accettassero di rispondere alle domande senza porre condizioni. Preferisco rinunciare a un ospite, piuttosto che a fargli domande vere».
Berlusconi andrà da Santoro, Monti stasera è a Otto e mezzo. Le resta Bersani o ha qualche asso nella manica?
«Naturalmente abbiamo invitato Pierluigi Bersani e contiamo che partecipi a Piazzapulita, (così come lo speriamo per Monti e Berlusconi). Vorrei che venisse a spiegare come pensa di fare meglio di Monti, confrontandosi con le storie che racconteremo nei nostri servizi. Un leader politico deve accettare le regole del giornalismo».
Insiste su questo perché pensa che qualcuno scenda a compromessi?
«Questo non lo so. So che i politici aspirano a contesti pacifici. Mi viene in mente l'insofferenza di Berlusconi alle interruzioni da Giletti o a Sky. Penso che l'interruzione educata sia democratica, il monologo dei politici no».
Il lunedì sera c'è una platea televisiva più ampia. Ma c'è anche Quinta colonna di Paolo Del Debbio...
«Nel nostro pur breve curriculum abbiamo affrontato sfide impegnative. Quando esordimmo, su Retequattro c'era Blog - La versione di Banfi. Poi ci confrontammo con Santoro e tenemmo con buoni ascolti. Ora al lunedì troviamo Del Debbio. Siamo dei combattenti e la competizione ci esalta».
La tv è sempre più «social» e Piazzapulita è un marchio molto cliccato. Il web come influenza il vostro lavoro?
«Piazzapulita è un po' nevrotica, viaggia a ritmo elevato. Abbiamo una redazione di twittatori folli. Anch'io controllo continuamente Twitter... Questa natura frenetica a volte ci viene rimproverata. Tuttavia corrisponde al ritmo della Rete, che ci aiuta a sparigliare, a far entrare nuove storie e nuovi linguaggi».
Dopo le primarie Pd si è parlato di declino dei talk show. Ora si registra la corsa dei leader a occupare gli spazi.
«Questa è una campagna elettorale molto breve. Poche settimane e molta concorrenza: bisogna sgomitare. Il talk show si sta rinnovando. Ognuno ha una fisionomia propria. Noi abbiamo sperimentato Crack con cento minuti di racconto per immagini. Ora vorremmo aumentare il peso dei filmati anche in Piazzapulita».
Come va la coabitazione con Santoro?
«Nutrivo qualche perplessità sulla staffetta. Mi sembrava un errore sacrificare due programmi che vanno bene. La collocazione del lunedì impone uno scenario più competitivo, ma ci darà continuità fino a fine giugno».
Un insegnamento accolto e uno respinto del suo modo di fare tv.
«Essendo stato a lungo un inviato attribuisco grande importanza ai servizi e all'intreccio con lo studio. Questa è stata la lezione di Michele, maestro della tensione narrativa. Per il resto siamo di generazioni diverse. Lui ha un'idea molto forte sulla realtà, essendo un giornalista che proviene dalla politica. Io, Alessandro Sortino, Vittorio Zincone e Mariano Cirino abbiamo un grande interrogativo sulla testa. Pensiamo che buon giornalismo sia far sorgere una domanda in più anziché dare solo risposte».
A fine giugno scadrà il suo contratto con La7. Se passasse l al giovedì sera di Raidue, da sempre occupato da Santoro, si consumerebbe l'uccisione del padre?
«Ho un contratto con La7, poi vedremo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.