Luigi Mascheroni
Non c'è pace per la nuova gestione del Maxxi targata Melandri. Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma ha detto no all'anteprima italiana del controverso film dell'ex direttore dell'Economist Bill Emmott e della giornalista Annalisa Piras Girlfriend in a Coma, spostando la proiezione a una data dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Il «caso» è esploso quando fonti vicine allo stesso Emmott hanno riferito di aver ricevuto una comunicazione ufficiale in cui i vertici del Maxxi si dicono «costretti a dover rinviare la disponibilità concessavi dell'Auditorium per la sera del 13 febbraio», data fissata per la proiezione. Motivo? Il fatto che non è possibile ospitare nello spazio del museo alcuna iniziativa «che possa essere letta secondo connotazioni politiche, nell'imminenza della competizione elettorale». Insomma, per par condicio.
In serata però la polemica è diventata un vero giallo, oltre che un caso: il Ministero per i Beni culturali ha smentito di aver dato disposizioni in merito alla proiezione del documentario, precisando che il Maxxi «è una fondazione di diritto privato le cui decisioni sono assunte dagli organi competenti». Mentre la Melandri ha dichiarato all'Ansa: «Mi dispiace per Emmott e per le proteste, ma non cambio idea: ho detto no all'anteprima di Girlfriend in a Coma il 13 febbraio perché sono convinta sia mio dovere tenere fuori la campagna elettorale dal Maxxi, che è un museo pubblico, finanziato dai contribuenti».
Bill Emmott, per 13 anni direttore dell'Economist, si è detto «attonito davanti a questa terribile e calzante dimostrazione della tesi centrale di Girlfriend, cioè che il declino italiano stia rapidamente giungendo al punto di non ritorno». Aggiungendo che «la sospensione della cultura e della libertà della parola per semplice convenienza elettorale, senza nemmeno il conforto di una legge, è tale da togliere il fiato».
Girlfriend in a Coma - secondo il Times di Londra - «illustra brillantemente la vera tragedia italiana... contrastando l'Italia dei politici corrotti legati alla Mafia e dei monopoli mediatici che esaltano la mediocrità con il Paese della creatività, generoso di spirito e patriottico, ma ridotto in coma da una sorta di anestesia morale». Tra le personalità intervistate nel film (giusto per far capire il tono del documentario...
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