Cultura e Spettacoli

Mi sveglio col sapore di fumo in bocca

Non molto tempo fa ho scritto un libro intitolato Carbon Ideologies, in cui offro spiegazioni e scuse a un ipotetico lettore che vive nel futuro rovente, fosco che ci attende

Mi sveglio col sapore di fumo in bocca

«Non molto tempo fa ho scritto un libro intitolato Carbon Ideologies, in cui offro spiegazioni e scuse a un ipotetico lettore che vive nel futuro rovente, fosco che ci attende. Perché abbiamo continuato a scaldare l'atmosfera fino al punto di non ritorno, ad esempio? Forse qualcuno nel futuro vorrà saperlo. Sfortunatamente per la mia generazione (e io che speravo di essere già felicemente morto e sepolto), il futuro è arrivato in anticipo.

Vivo a Sacramento, in California, da oltre un quarto di secolo. Nell'agosto del 2018 mi sono svegliato notte dopo notte con il sapore di fumo in bocca, peggio che nell'agosto precedente. Un pomeriggio mi sono addirittura sdraiato su una chiatta ancorata nel delta per respirare un po' di brezza fluviale (anche se il tramonto, devo ammetterlo, è stato un tantino deludente), e a mezzanotte sono stato strappato al sonno da un dolore al petto. Il vento era cambiato; non saprei dire se stessi inalando il fumo proveniente da Redding o dalla Sierra, fatto sta che non ho potuto fare altro che continuare a respirare quell'impurità pungente, consapevole che mi stava facendo male; e così sono rimasto sdraiato molto a lungo, o almeno mi è parso, in trappola e col morale a terra. Finalmente i venti hanno cambiato di nuovo direzione e all'alba l'aria si è fatta quasi pulita.

Quel mese a Sacramento l'alba è stata quasi sempre sgradevolmente grigia. In mancanza di un purificatore d'aria in casa, tenevo il condizionatore acceso giorno e notte. Quando uscivo a prendermi un caffè l'atmosfera era per lo più tollerabile; gli occhi mi lacrimavano a malapena, e la puzza restava una mera suggestione di sporcizia.

Giovedì 9 agosto 2018 il cielo mattutino era finalmente azzurro, una vestigia pittoresca delle estati pre-apocalittiche della California (due settimane prima il New York Times aveva annunciato che nel Golden State, dal 2012, c'erano stati incendi ogni mese). La prospettiva di addentrarmi proprio alla fonte di quel fumo invisibile non era allettante. D'altro canto, però, avendo scritto Carbon Ideologies, ho ritenuto fosse mio dovere vedere il più possibile.

*Estratto dal reportage di William T. Vollmann, Incendi, contenuto nel numero «California» della rivista Freeman's, edizioni Black Coffee, in uscita il 19 marzo.

Per gentile concessione di Black Coffee.

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