Cultura e Spettacoli

Una Milano deserta e violenta è il volto noir della pandemia

Nell'esordio giallo di Gian Andrea Cerone, l'indagine su un pericoloso serial killer si intreccia al lockdown

Una Milano deserta e violenta è il volto noir della pandemia

Non inizia con il morto e nemmeno con una rapina o una sparatoria, e nemmeno con una truffa, un rapimento o un inseguimento. Nemmeno con un interrogatorio, un incidente o un suicidio. Inizia con una scena simpatica apparentemente innocua di dialogo coniugale il primo noir scritto da Gian Andrea Cerone intitolato Le notti senza sonno (Guanda, pagg. 592, euro 19). Il commissario Mario Mandelli sta osservando compiaciuto sul divano sua moglie che fa le pulizie, la bella Marisa Bonacina, la scena potrebbe essere divertente, potrebbe persino avere riscontri erotici successivi se la televisione non fosse accesa: «Dal primo telegiornale del mattino arrivano notizie concitate. Esperti, virologi, economisti, giornalisti e inviati duellano su tutto. A suon di pazienti zero, picchi di contagio, previsioni, curve esponenziali e cinica contabilità dei decessi. Tabelle a confronto, collegamenti da tutte le parti del mondo per profetizzare l'arrivo dell'ondata. Una sfida a chi ne sa di più, ognuno a portare la sua dose di competente terrore, sapientemente mescolata a qualche balla».

Così la pandemia entra nella casa dei Mandelli a interrompere la loro piacevole routine. Le pulizie che sta facendo Marisa diventano il momento per discutere di quello che sta avvenendo, l'occhio su un mondo che si sta sgretolando davanti all'arrivo di un terribile virus. Per questo Marisa sta pulendo la casa e sta spiegando al marito che bisogna lavarsi le mani, fare attenzione, capire cosa sta davvero succedendo. E quindi ogni sogno erotico che il sedere provocante della moglie potrebbe evocare nel commissario svanisce, il caffè non ha lo stesso piacevole gusto e il poliziotto si prepara a rinchiudersi nella sua giornata al lavoro: «Passa in rassegna le cose da fare in questura, come al solito al lavoro si prospetta una giornata impegnativa. Ha alcuni rapporti da scrivere, due casi aperti di poca importanza su cui aggiornarsi con la squadra e in tarda mattinata l'incontro con i dirigenti per la gestione dell'emergenza Covid-19. E poi c'è il mazzo degli imprevisti, da cui puoi star sicuro che il cretino di turno, fuori o dentro la questura, prima o poi una cazzata la pesca».

L'incontro sul pianerottolo con l'anziana sciura Bordiga ricorda a Mandelli che la sua vita da commissario non è da fiction come quella di Montalbano e non è certo un romanzo di cappa e spada come quelli scritti da Alexander Dumas. E non gli basterà ritornare in casa per dare un bacio a sua moglie e un'occhiata alle sue tette a illuminare la sua giornata, non basterà nemmeno il ricordo del Danubio Blu di Strauss. Con questo inizio ritmato e simpatico Gian Andrea Cerone anticipa un susseguirsi di eventi drammatici che non permetteranno a Mandelli di rilassarsi ma neanche al suo collega ispettore Antonio Casalegno. Questi è uno poco regolare che passa il tempo a sparare, «un lupo senza branco. Uomo senza radici. Zero certezze, pochi amici e vita sociale di un grizzly». Il soprannome Norris (da Chuck) lo fa innervosire ma non se lo è guadagnato a caso. I due investigatori appartengono all'Unità analisi crimine violento, abbreviata in Uacv: «un team di tecnici, analisti, medici e psicologi selezionati per capacità ed esperienza e supportato da un'élite di investigatori che si occupa delle indagini sul campo. È una divisione della Scientifica specializzata nella soluzione di omicidi violenti di ogni tipo, da quelli a matrice sessuale o famigliare fino a quelli collegati a rapine o ad azioni criminali. Tutta gente allenata a inseguire i cattivi fin nei meandri dell'inferno e troppo spesso costretta a riemergere da quelle terribili esperienze con bruciature insanabili nell'anima».

Proprio per questo Mandelli e Casalegno dovranno occuparsi di una serie di omicidi legati a un serial killer che uccide donne lasciando accanto al loro cadavere un mazzo di margherite. L'omaggio floreale è un indizio o un volontario depistaggio da parte dall'assassino? E com'è legata agli eventi la strana morte di un gioielliere... Quali posizioni dovranno assumere Mandelli e Casalegno per risolvere un'indagine che non li farà letteralmente dormire, quanto sarà utile essere due segugi ma principalmente due uomini così diversi per abitudini ma anche così complementari nell'affrontare i casi impossibili?

Al termine dell'inchiesta la signora Mandelli si troverà di nuovo nella sua intimità a valutare che quelle che ha passato suo marito sono state notti difficili e senza sonno: «Alla fine hai arrestato i cattivi come al solito». Più amara la valutazione del marito che commenta che «alcuni erano cattivi davvero, avidi e senza scrupoli. Altri lo sono diventati per colpa di quello che avevano subito da piccoli. Hanno restituito al mondo lo stesso male che avevano ricevuto... e ora sono morti».

E tutto conferma la sua maledetta regola che è ormai divenuta un dato di fatto: «Il male lascia sempre un'eredità di dolore».

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