«Il mio disco per Lucio Dalla, Chagall del pop»

«Il mio disco per Lucio Dalla, Chagall del pop»

Ogni volta che torna fa le cose in grande. Così ieri sera Biagio Antonacci, per presentare il nuovo cd Sapessi dire no, ha suonato dal vivo al cinema The Space di Milano e in contemporanea in 35 sale dello stesso circuito. «È stato divertente sapere che i miei fan sarebbero entrati nei cinema per seguire un mio concerto e interagire con me».
Cosa vuol dire saper dire no?
«Assumersi una responsabilità. È facile dire sì e liberarsi di un peso. I sì sono belli ma devono essere sopportabili dalla coscienza. Io ho imparato a dire no, anche alle sponsorizzazioni che mi offrivano guadagni facili».
Il cd è dedicato a Lucio Dalla?
«É stato il mio maestro quando facevo chitarra-bar nei locali di Milano. Per me è stato lo Chagall della musica».
La copertina sembra un quadro.
«È un disegno di Milo Manara, che ho conosciuto attraverso Vincenzo Mollica. Si è entusiasmato ascoltando la mia musica e ha pensato di ritrarmi come un angelo, ma io mi sento un po’ Diabolik».
Nel disco c’è anche un brano che parla di politica.
«Io sono sempre stato neutro e non voto da tempo. Però le cose stanno cambiando, i partiti sono finiti e l’Italia ha una grande occasione di votare gente che la rappresenti davvero».
In Naturale parla di una persona travolta dalla popolarità.
«È uno che da quando è andato in tv è cambiato. La popolarità è pericolosa, ti esalta ma spesso capita a chi non la merita».
Tra poco parte la sua nuova tournée.
«Il 5 maggio da Bari. Torno nei Palasport da cui mancavo dal 2009. Sarò a Milano in ottobre, con la seconda parte del tour, così darò modo al pubblico di metabolizzare le nuove canzoni e di cantarle insieme a me. Questo è una sorta di seguito del tour Inaspettata, il cd che è stato nelle hit più di un anno».
Nei Palasport ci sono stati incidenti, ha mai pensato di fermarsi?
«La musica deve essere razionale, non bisogna fermarla. Bisogna pensare che nei Palasport, così come in tv, siamo ospiti, la musica non è di casa».


Dopo i duetti e i successi con Laura Pausini collaborerete ancora?
«Perché no, siamo una bella coppia, passionale e in grado di sdrammatizzare. Lei interpreta al meglio la nostra canzone pop. Quando scrissi Vivimi per lei ho vinto a sorpresa il premio come miglior autore di ballata latinoamericana. Mi piacerebbe scrivere un album tutto per lei».

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