La morte arriva dal cielo. La porta un rapace misterioso. Il più grande e il più feroce che si sia mai visto. Un rapace che ha il coraggio di aggredire gli umani. Ma chi è che ha il potere di scagliare questo misterioso volatile e di usarlo come un'arma? Chi getta il terrore nella Napoli dell'anno del Signore 1233?
Questo è solo uno dei tanti misteri che anima il nuovo romanzo storico di Marcello Simoni: Il castello dei falchi neri (Newton Compton, pagg. 314, euro 9,90) che è ora in libreria. Simoni, diventato celebre con Il mercante di libri maledetti, questa volta costruisce un thriller che ruota attorno ad una delle grandi passioni della nobiltà medievale, la falconeria. Ma veniamo alla trama senza svelare troppe cose che potrebbero rovinare la suspense al lettore.
L'imperatore Federico II è stato costretto a portare avanti una nuova crociata - la sesta - da Gregorio IX. Partito dal porto di Brindisi nel giugno del 1228, riuscì però ad accordarsi per il controllo di quasi tutta Gerusalemme con il sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, nipote di Saladino. Il tutto senza significativi spargimenti di sangue. Ma ovviamente scontentando in pieno Gregorio IX e ottenendone una fama sulfurea... Questo il contesto che precede il ritorno di Oderico Grifone, nobile della Terra Laboris che circonda Napoli. Il crucisignato ritorna al castello avito, accompagnato dal misterioso al-Qualam che ha salvato dai briganti in Terra Santa, dopo aver partecipato a questa atipica spedizione a Gerusalemme. Ma quando rientra nel maniero avito ha delle amare sorprese. La sorella è andata in sposa ad un nobile prepotente, Rogerio Castagnola. Tutti lo credevano morto, le sue lettere dal Regno di Gerusalemme non sono mai arrivate alla famiglia. Il padre, Aldelmo, che rischia di perdere il feudo per la pesante tassazione imposta da Federico II lo accoglie freddamente, la madre sembra uno spettro. La donna che amava è promessa ad un altro, il fratello più piccolo che ha preso i voti morde il freno, del resto credeva ormai di essere diventato lui l'erede dei beni di famiglia.
Una situazione particolarmente pericolosa visto che sui beni dei Grifone hanno messo gli occhi una potente badessa, il già nominato Castagnola e suo fratello, persino il giustiziere imperiale della Terra Laboris, il potente Ettore di Montefuscolo. C'è qualcosa di misterioso nei feudi dei Grifoni di cui tutti vogliono impossessarsi. Ma cos'è?
Che fare, come scoprire il segreto che sta distruggendo la sua famiglia? Oderico cerca di ottenere giustizia e verità, ma proprio mentre inizia a perorare la sua causa un uccello mostruoso ed ammaestrato fa la sua comparsa... E la sua famiglia è nota per essere espertissima di falconeria. Per tutti Oderico è il colpevole perfetto.
Così dai vicoli della Napoli medievale sino ai boschi della Terra di lavoro si sviluppa una sciarada mortale portata avanti con il tipico stile di Simoni (ex archeologo) che intreccia precisione storica e il gusto per il thriller e per le leggende. Di questa sciarada, complessa come una miniatura del De Arte Venandi cum Avibus, vi presentiamo l'inizio, il finale è nel libro ed è al cardiopalma come la picchiata disperata di un falco.
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