Morta Anita Pallenberg La tragica musa innamorata degli Stones

Icona trasgressiva della Londra anni '60 fu fidanzata con Brian Jones e Keith Richards

Morta Anita Pallenberg La tragica musa innamorata degli Stones

«Sono una vagabonda. Un'avventuriera. Non ho un talento specifico, magari lo avessi avuto». Così diceva di sé Anita Pallenberg, scomparsa ieri improvvisamente (la notizia è stata lanciata su Instagram dalla figlia del pittore Julian Schnabel) a 73 anni. Non avrà avuto un talento specifico ma la sua personalità e le sue trasgressioni l'hanno consacrata musa dei Rolling Stones e icona del rock degli anni Sessanta e Settanta. Viaggiava sempre sulla corsia di sorpasso Anita Pallenberg, ed è una donna che non si è mai risparmiata nel dorato (e al tempo stesso maledetto) mondo di sesso-droga-rock'n'roll dell'epoca. Nata a Roma, ebbe come primo fidanzato Mario Schifano e come amica Gabriella Ferri. Ma è a Londra che diventa famosa. Brian Jones però l'aveva già incontrato in Germania, mentre faceva la modella, quando un fotografo le consigliò il concerto degli Stones. Pochi mesi dopo, nel 1965, andò a un concerto londinese dei Rolling Stones decisa - come ogni brava groupie dell'epoca - a incontrarli e conoscerli meglio. Era una ragazza che non passava inosservata con quel fisico mozzafiato, così riuscì a infilarsi nel backstage per familiarizzare con la band. Bastò qualche spinello e un po' di alcool a cementare l'amicizia. Tra il '66 e il '67, dopo le esperienze della beat generation, l'Lsd si diffuse in un baleno a tutto il giro rock inglese. I Rolling Stones, e in particolare la loro mente Brian Jones, si ritrovarono «alle corde dal punto di vista musicale e creativo». Brian faceva coppia fissa con Anita e i due vivevano in un mondo dove l'indolenza e l'apatia sfioravano livelli demenziali. Eppure - come ricorda Gary Herman in R'n'R Babylon: «stupivano il mondo con il loro fascino androgino». «Era tempo di hippie, ma io non sono mai stata una hippie», diceva. Però, insieme all'amica Marianne Faithfull (cantante di successo che ruotava attorno al mondo Stones) facevano a gara per aggiudicarsi il premio dell'abbigliamento più corto e più scoperto. Libera e spregiudicata come pochi, Anita partecipava a tutte le feste importanti e alle riunioni del mondo beat, come il famoso happening nato per lanciare la rivista It, cui partecipò anche Paul McCartney vestito da sceicco. Brian Jones era sempre più «fatto» e depresso, praticamente un'ameba, e Anita gli stette vicino per un po'...Poi, dopo la famosa irruzione della polizia nella villa di Redlands (con arresti e processi a valanga per gli Stones), lei, Brian e Keith si trasferirono a Parigi e poi in Marocco. Ma Brian stava sempre peggio e finisce in clinica... e lei finì tra le braccia di Keith scheletrico, ombroso e fatto di acidi e whiskey come pochi, e si fidanzò con lui, complice un impeto di passione a bordo della Rolls Royce del chitarrista. Anita e Keith, nella loro tumultuosa relazione, ebbero tre figli, Marlon, Angela e Tara, che morì da bambina. Anita però non era una semplice bambola della trasgressione. Aveva anche una vena creativa che la portò a influenzare l'opera degli Stones. Mick Jagger (naturalmente non manca una fugace relazione con Mick, sul set del film Sadismo, nel 1968) ha raccontato di aver remixato personalmente i brani dell'album Beggar's Banquet (1968) seguendo i consigli musicali di Anita, la cui voce si può sentire anche nel classico Sympathy For the Devil. La sua vita è stata una continua avventura ma Anita non ha mai voluto scrivere la sua autobiografia, considerando che sarebbe stata troppo «salace» e che avrebbe messo a nudo i segreti di troppi personaggi del rock. «Mi girano attorno parecchi editori - diceva ancora recentemente - ma tutti mi chiedono la stessa cosa: un libro scandalistico. Poi tutti scrivono la loro biografia, quindi io non lo faccio. Se una come Posh Spice scrive la sua biografia ebbene, io non scriverò certo la mia».

Eppure di cose sconvolgenti avrebbe potuto raccontarne... Come i suoi abusi di eroina e alcool di cui ha detto; «La droga è il grande amore della mia vita. È una storia d'amore a cui ho dovuto rinunciare». Qualche anno fa ha dichiarato: Da 14 anni non tocco droga né alcool. Dovrei poter dire da trent'anni ma ho avuto una ricaduta. È stata una grande battaglia, ora è finita». Fino agli anni Ottanta ed oltre, infatti si era dedicata a una vita sregolata... nel '79 viveva nella campagna di New York con un diciassettenne che si ammazzò a letto giocando alla roulette russa.

Frequenta i punk e i tossici newyorchesi e fa coppia con Richard Loyd dei Television andando a comprare droga in limousine. Ingrassata e stanca, rimaneva sempre la musa dei Rolling Stones che dichiarava: «Sono pronta a morire. Ho fatto così tante cose qui. Onestamente non pensavo che sarei arrivata a 40 anni»

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica