Cultura e Spettacoli

Morta su Twitter e poi sepolta dai social in rete è già "icon"

Veltroni dà il via al «trend topic» E la sua vita è «polvere» per il web

Morta su Twitter e poi sepolta dai social in rete è già "icon"

Era mezzogiorno e un quarto quando è morta su Twitter, 140 caratteri spazi inclusi - «Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c'è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto» - battuti da Walter Veltroni, di solito sempre il primo a piangere le morti illustri via Ansa. Ed era già prima serata su Raiuno quando il festival di Sanremo le ha tributato la standing ovation, e a quel punto dopo un giorno intero di cordoglio via web #MonicaVitti era trend topic nazionale.

Nata quando c’erano solo i giornali e la radio, ammalatasi gravemente quando c’era da poco Internet, Monica Vitti - che non ha mai avuto una vita online - è stata sepolta, tra mille onori e milioni di post, dai social, che lei neppure sapeva cosa fossero... Polvere di tweet. Le agenzie fanno cronaca, le homepage dei giornali spettacolo - al netto della prestigiosa testata che pubblica per sbaglio la foto di Mariangela Melato... - mentre Twitter si sbizzarrisce. È lì che c’è tutto ciò che serve da sapere e da guardare: le sue frasi celebri, le battute passate alla storia, centinaia e centinaia di fotografie, che non si trovano neanche in archivio (ritratta da Helmut Newton, by Willy Rizzo, con attori e registi di mezza storia del cinema... lei che non si è mai fatta un selfie), le locandine dei suoi film (la più postata forse è La ragazza con la pistola, di Mario Monicelli, 1968), brani di interviste, apparizioni televisive, spezzoni dei suoi capolavori. L’avventura. La notte. L’eclisse. La Rete.

Alla fine, dentro c’è finita anche lei. «Mi si spezza il cuore». Con l’emoticon... Veni Vidi Vitti. «Iconic!». Una bella Avventura. #ForeverBeautiful. Chissà cosa avrebbe pensato lei, talmente brava da farci credere di non essere poi così bella, talmente finta svampita da confermarci fosse intelligentissima. R.I.P., «Addio all’ultima grande diva italiana», e retweet. C’è il saluto dagli account dei media stranieri. C’è chi dice Adieu, chi Farewell, «Para siempre Monica Vitti», «L’actrice italienne Monica Vitti s’éclipse». C’è chi tira fuori articoli di repertorio. C’è chi litiga con gli asterischi: è la più grande di tutti, di tutte o di tutt*? Noi donne siamo fatte così, regia di Dino Risi (1971). C’è chi è diviso fra il pianto per Monica Vitti e lo sculettamento per La Rappresentante di Lista. Ci sono gli amici coi loro messaggi d’affetto, da Verdone a De Laurentiis, c’è il cordoglio della politica, di maniera, e c’è chi cita le citazioni: «Chi è Monica Vitti?». «Una matta che si crede di essere Monica Vitti» (Marcello Marchesi). «Vitti d’arte, Vitti d’amore». Oggi ci fa male tutto, non solo i capelli. Curiosamente, e capita di rado in casi simili, non c’è nessuno che pensasse fosse già morta. E invece. Actress Monica Vitti, Remembered as the «Queen of Italian Cinema», Dead at 90.

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