Cultura e Spettacoli

Morto Astro, fondatore degli UB40. Aveva 64 anni

Dopo una brevissima malattia è scomparso a soli 64 anni Astro, fondatore della band inglese UB40. Una lunga carriera di oltre 30 anni coronata da grandi successi. A darne notizia gli altri componenti della band

Morto Astro, fondatore degli UB40. Aveva 64 anni

Se n’è andato all'età di 64 anni Terence Wilson da tutti conosciuto come Astro, fondatore degli UB40. Nella band reggae pop, dai grandi successi come Red Red Wine e Can't Help Falling In Love, aveva cantato per oltre 30 anni. Percussionista, trombettista e voce del gruppo, lo aveva poi lasciato nel 2013 continuando comunque a cantare in un’altra formazione, gli Ali Campbell. A dare la triste notizia un comunicato sui social della formazione: “Siamo assolutamente devastati e addolorati. Il mondo non sarà più lo stesso senza di lui”. La stessa band ha confermato che è morto dopo una “brevissima malattia” di cui non sono stati forniti altri particolari. Astro è il secondo componente degli UB40 ad andarsene. Ad agosto era scomparso per un cancro all’età di 62 anni, l’altro fondatore, il sassofonista Brian Travers.

La band originaria di Birmingham si era imposta nel panorama musicale proprio per aver raccontato in salsa reggae, un periodo molto difficile fatto di mancanza di lavoro e malcontento giovanile, in un’Inghilterra dai grandi problemi. Non a caso, il loro nome UB40 è quello del modulo per la richiesta di disoccupazione. Il loro primo singolo Food fort thought arrivò direttamente al quinto posto della classifica britannica. Poi i successi mondiali come Red red wine che ha venduto oltre 100 milioni di dischi. E ancora le grandi hit come I think it's going rain today, One in ten. Il gruppo ha anche detenuto il record, condiviso con i Madness, del maggior numero di settimane trascorse nella classifica dei singoli del Regno Unito negli anni '80.

Un altro esempio il loro, di come la musica seppur leggera, possa aver raccontato problematiche profonde. Non a caso il batterista della band aveva tempo fa dichiarato in un’intervista al Guardian che i servizi segreti britannici li tenevano sotto controllo. “L’MI5 intercettava i nostri telefoni, controllando le nostre case in vari modi.

Non stavamo pianificando la rivoluzione, ma se la rivoluzione fosse avvenuta sapevamo da che parte stare”.

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