Morto Bacalov, vinse l'Oscar per la musica del «Postino»

Il compositore firmò la colonna sonora del film con Troisi e alcuni tra i più grandi successi della canzone italiana

Morto Bacalov, vinse l'Oscar per la musica del «Postino»

Cinzia RomaniUno dei migliori musicisti cinematografici (e non solo), l'argentino Luis Enríquez Bacalov, che ha composto le colonne sonore di film fondamentali nella storia della settima arte, è morto ieri pomeriggio all'ospedale San Filippo Neri, a Roma, dov'era stato ricoverato in seguito a un'ischemia. Compositore, pianista, direttore d'orchestra e arrangiatore, l'artista nato a San Martin (Buenos Aires) il 30 agosto 1933 aveva trovato in Italia la sua patria del cuore. Grazie a Il postino, film drammatico di Michael Redford con Massimo Troisi (che morì alla fine delle riprese), nel 1996 vinse l'Oscar per la miglior Colonna Sonora e anche il Nastro d'Argento, non senza strascichi giudiziari. Dopo una causa durata 18 anni, Bacalov fu costretto a riconoscere al cantautore Sergio Endrigo la «copaternità» di quella colonna sonora e in particolare del dal brano Nelle mie notti. «Ho accettato la transazione pur di non continuare con questa vicenda, che dopo 18 anni mi aveva veramente rotto le scatole: fossimo stati in America, avrei avuto tutte le possibilità per vincere la causa. Ma ho compiuto 80 anni e in Italia la giustizia è assurda, tanto è lenta», commentò il maestro.

Nato in una famiglia di origini bulgare e di religione ebraica, Bacalov cominciò a studiare pianoforte a cinque anni. Da adolescente, inizia a esibirsi in concerti al di fuori dell'Argentina, che lascerà a vent'anni, per raggiungere l'Europa. Prima in Spagna, poi in Francia, quindi, alla fine dei anni Cinquanta, in Italia, dove il compositore si accasa, lavorando con i più celebri cantanti dell'epoca: dal «reuccio» Claudio Villa alla «pantera di Goro» Milva, non passano inosservate le sue doti di compositore e arrangiatore. Negli anni Sessanta mise la sua firma sotto canzoni da hit-parade come Legata a un granello di sabbia, cantata da Nico Fidenco; La partita di pallone, Cuore, Il ballo del mattone e Che m'importa del mondo, eseguite da Rita Pavone, continuando a collaborare con Umberto Bindi, Neil Sedaka e Gianni Morandi, per il quale scrisse Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte. Anche con Endrigo ci fu un sodalizio durato vent'anni, e che fruttò brani indimenticabili come Io che amo solo te o Lontano dagli occhi. Erano gli anni del boom e nessuno poteva immaginare che tra il maestro argentino e il cantautore istriano sarebbero volati gli stracci in tribunale.

Negli anni Settanta, mentre si affermavano le prime rock band, Luis Bacalov non esitò a mescolare la sua sensibilità musicale con quella degli Osanna e dei New Trolls: per questi ultimi arrangiò gli album Concerto grosso e Concerto grosso n.2.

Ma il cinema lo ha reso riconoscibile al primo ascolto: sue le note inquietanti di Duello nel fango in Django (1993) di Quentin Tarantino e quelle sognanti de La città delle donne (1980) di Federico Fellini, il quale lo chiamò dopo l'improvvisa morte di Nino Rota, suo fedele collaboratore. Con Il Mago di Rimini, poi, il maestro interruppe i rapporti per divergenze personali.

Raffinato, colto, in grado di attingere alle proprie doppie redici, europee e latine, Bacalov ha musicato film di Pasolini, Damiano Damiani, Ettore Scola, Dino Risi, Elio Petri. «A me mi gusta Gardel», diceva spesso, a ribadire il suo amore per il tango.

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