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Morto James Caan, Sonny del "Padrino"

Per il ruolo fu candidato all'Oscar come miglior attore non protagonista

Morto James Caan, Sonny del "Padrino"

«È con grande tristezza che vi informiamo della morte di Jimmy la sera del 6 luglio». Così il tweet della famiglia di James Caan sull'account dell'attore statunitense, sostenitore del partito repubblicano e di Donald Trump, che ci ha lasciati a 82 anni con 135 interpretazioni alle spalle tra cui quella piena di rabbia e di violenza improvvisa di Santino «Sonny» Corleone, primogenito di Don Vito, nel primo Il padrino di Francis Ford Coppola (famosa la sequenza in cui picchia il cognato con il bidone della spazzatura improvvisato sul set). E pensare che per questo film, che ha appena festeggiato il mezzo secolo, James Caan è stato candidato all'Oscar prima e ultima volta come miglior attore non protagonista dopo averla spuntata ai provini addirittura su Robert De Niro.

Nato a New York, nel Bronx, nel 1940, James Caan segue la trafila comune a molti colleghi, frequentando la scuola di recitazione Neighborhood Playhouse per poi recitare a Broadway all'inizio degli anni Sessanta prima di esordire sul grande schermo in Irma la dolce di Billy Wilder (1963) anche se il primo ruolo importante è cinque anni dopo in El Dorado di Howard Hawks.

Attore dall'aspetto ruvido e dalla fisicità imponente è stato spesso utilizzato proprio per interpretare ruoli da cattivo killer o gangster a cui, fin da subito, ha saputo donare un distacco e una certa ironia, come quando interpreta se stesso in L'ultima follia di Mel Brooks del 1976, che lo hanno reso uno degli attori più ricercati e popolari nel cinema statunitense degli anni '70 dopo il flop di pubblico e di critica nel 1969 di Non torno a casa stasera di Coppola in cui era un giocatore di rugby che aveva subito danni cerebrali. Ecco l'infilata di titoli che lo hanno reso leggendario, dal superviolento Rollerball di Norman Jewison, in cui è il capitano di una squadra di atleti in pattini a rotelle e in motocicletta in un gioco al massacro in cui tutto è permesso, e Killer elite di Sam Peckinpah, entrambi del 1975, a Strade violente di Michael Mann del 1981 dove interpreta il ladro di gioielli Franck, ruolo che lo stesso Caan ha sempre reputato il suo più significativo.

Lo sport torna anche nel suo primo e unico film da regista, Li troverò a ogni costo, in cui interpreta un ex campione di baseball che, per un incidente a un piede, ha preso il posto del padre in fabbrica. Era il 1980, all'inizio di un decennio che non gli ha portato bene perché viene quasi dimenticato da Hollywood. Per sua e nostra fortuna nel 1990 arriva Misery non deve morire di Rob Reiner (da Stephen King) dove interpreta un incidentato scrittore di bestseller in balia di un'ammiratrice seviziatrice interpretata da Kathy Bates.

Successivamente ha dato vita a ruoli da grandissimo caratterista fino a interpretare il detective Philip Marlowe in Marlowe: Omicidio a Poodle Springs di Bob Rafelson poco prima di fare una strepitosa parodia nel 1999 del suo stesso personaggio mafioso di Sonny Corleone, in Mickey occhi blu di Kelly Makin, accanto a un esterrefatto Hugh Grant. Curiosamente, o forse no, lo ritroveremo anziano boss mafioso in pericolo anche nel suo ultimo film, Gun Monkeys diretto da Phillip Noyce e previsto in uscita l'anno prossimo.

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