Morto Robin Gibb Con i Bee Gees fece salire la febbre del sabato sera

Morto Robin Gibb Con i Bee Gees fece salire la febbre del sabato sera

Lontani anni luce dagli ardori del rock, i Bee Gees ci hanno fatto vivere due stagioni musicali di grande spensieratezza: quella del pop melodico e orchestrale inglese e quella della disco music contrassegnata dalla colonna sonora di Saturday Night Fever. I quattro fratelli Gibb - animatori della band - hanno fatto innamorare e ballare mezzo mondo ma sono stati perseguitati da un destino maledetto... Andy se n’è andato a 30 anni, nel 1988, distrutto dalla cocaina; Maurice, il simpatico fricchettone, nel 2003 e Robin (il suo gemello) è scomparso ieri a Londra, distrutto dopo mesi lotta da un tumore al colon e al fegato, a 61 anni. Ora, dello storico gruppo che ha venduto oltre 200 milioni di dischi, rimane solo Barry.
I fratelli Gibb nacquero nell’isola di Man, iniziarono la loro carriera in Australia ed esplosero nel Regno Unito, dove per i loro successi furono nominati baronetti (vedi i Beatles) dalla regina Elisabetta. Le loro canzoni erano leggere, di una evanescenza forbita che incrociava i vocalizzi degli Everly Brothers, il beat mansueto degli Hollies ed eleganti arrangiamenti orchestrali. Declinavano il beat e gli anni Sessanta quando i Bee Gees portarono nelle hit parade ballate come Massachusetts, Lonely Days, A Messagge to You, How Can You Mend a Broken Heart. Decisamente non erano una band per ragazzini ma erano bravi a riciclarsi, così spiazzò tutti, a metà degli anni ’70, la loro svolta disco. Da abili artigiani della musica, i fratelli Gibb segnarono le coordinate della musica dance bianca cancellando, col successo planetario, la loro immagine precedente. Le nuove generazioni certo non conoscono Massachusetts ma hanno ballato almeno una volta sui ritmi tambureggianti di You Should Be Dancing o sulle note di La febbre del sabato sera, firmata dal quartetto. Anche nella plumbea Italia, impaurita dal rapimento Moro, Stayin Alive e l’energia di tutte quelle canzoni impersonate da John Travolta-Tony Manero, hanno aiutato a creare un’atmosfera più distesa. Il doppio album della colonna sonora firmata dai Gibb infatti vende 40 milioni di copie nell’America di Jimmy Carter e fa sfracelli ovunque con brani come How Deep Is Yopur Love, Night Fever, Too Much Heaven.

Così la febbre smette di essere del sabato sera e diventa quella di un’epoca, vacua, d’accordo, ma sempre segno di un cambiamento. Se oggi siamo un po’ più goderecci e scanzonati musicalmente - nel bene e nel male - lo dobbiamo anche a Robin Gibb.

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