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Mussolini si racconta: "Flebo di vaccino, non esco la sera e... un film con Favino"

Alessandra Mussolini, ritiratasi dalla politica oltre un anno fa, racconta della sua vita, del primo amore per il cinema, non escludendo un suo ritorno e rivela dell’incontro con il regista Ozpetek

Mussolini si racconta: "Flebo di vaccino, non esco la sera e... un film con Favino" Esclusiva

Alessandra Mussolini, ritiratasi dalla politica oltre un anno fa, racconta della sua vita, del primo amore per il cinema, non escludendo un suo ritorno e rivela dell’incontro con il regista Ozpetek. Non rinuncia, però, neanche a effettuare qualche riferimento all’attualità come al Covid 19 e a dire la propria su super green pass, vaccini e tracciamento.

Da quando ha lasciato la politica, come trascorre le sue giornate?

“Diciamo che le sto trascorrendo purtroppo, come tanti, con prudenza. Nel senso quando c’era da fare “Ballando sotto le stelle”, ero impegnata con quello. Sono sempre molto attenta. Non esco mai la sera. Sono un po' ritirata, come la maggior parte degli italiani in questo particolare periodo”.

La sua prima passione è stata quella per il cinema. Ha mai pensato a un ritorno?

“Da quando c’è la pandemia e da quando non c’è più questo ciclo della politica, non faccio più programmi. Non si può farlo più con niente. Quello che viene, si valuta. Non lo escludo, ma al momento diciamo che non si sa e questo vale per tutte le altre cose che mi hanno visto protagonista. Può succedere di tutto, per dirla meglio. E’ la cosa bella della vita”.

Ha un attore italiano con cui oggi le piacerebbe recitare?

“A me piacciono, in generale, gli attori italiani. Mi piace molto come recita Germano, i volti nuovi, così come apprezzo tantissimo Pierfrancesco Favino. E’ stato molto bravo a interpretare il ruolo di Craxi nel film Hammamet. Mi sono piaciuti molto pure gli attori impegnati in Smetto quando voglio”.

Nella vita, possiamo dire che la Mussolini ha fatto un po' tutto, ha mai pensato nel futuro di cimentarsi come regista?

“Non ci ho mai pensato. E’ vero che uno può fare tutto, mantenendosi però nel senso di dignità”.

Con quale regista oggi si ritroverebbe?

“A me piace molto Ferzan Ozpetek, che tra l’altro ho anche conosciuto quando con mia zia Sofia facemmo un film. E’ bravissimo. E’ uno di quegli incontri che difficilmente si dimenticano”.

In questi giorni, sono in tanti a denunciare una sorta di rischio per quella che è l’identità cattolica del nostro Paese. Addirittura l’Unione Europa voleva cancellare la parola Natale. Che idea si è fatta?

“Anche il Papa si è espresso su questo. Sono cose che non sono importanti per quanto riguarda il contenuto. Ognuno di noi ha un proprio credo e penso che lo debba esprimere nei modi, nei tempi e nei luoghi che preferisce. L’aspetto più importante è dare seguito a quelli che sono i sentimenti, le tradizioni e ognuno poi crede in ciò che vuole. Per me, lo dico a livello personale, il Natale è Natale, Buon Natale lo si deve dire, l’albero lo faccio e il presepe pure. Quelli a casa mia non mancheranno mai».

Volendo dare una priorità nella sua vita, quale in questo momento?

“La famiglia e la salute sono le priorità. Oggi stai bene e domani non lo sai. E’ difficile, come dicevo prima, in questo momento fare programmi. La cosa più importante, quindi, è quella che c’era, c’è e ci sarà, ovvero il nucleo familiare. Il resto è tutto aleatorio”.

Ritornando alle questioni di attualità, cosa ne pensa del Covid e in modo particolare il nostro Paese come si sta comportando?

“L’Italia si sta comportando molto bene, fermo restando che essendo stata in Inghilterra venti giorni fa, si fanno ancora pochi tamponi. A mio parere il Covid non si ferma alla frontiera tra il nostro Paese e qualsiasi altro. Serve, quindi, fare più tamponi per trovare più contagiati”.

Che idea si è fatta rispetto al super green pass?

“E’ giustissimo. Se potessi mi farei delle flebo di vaccino ogni giorno perché devo ancora capire se praticamente noi non dobbiamo far abbassare gli anticorpi ogni tre mesi. Sono proprio a favore dei vaccini, chi più ne ha, più ne metta”.

Come sta gestendo il governo Draghi l’emergenza?

“Ci stiamo comportando in modo molto corretto perché si dà molto credito a questo comitato tecnico di scienziati, di persone che sanno molto meglio di chiunque altro come trattare un virus che si comporta in modo anomalo rispetto agli altri perché non ha stagionalità. Ha diversi aspetti che lo rendono completamente differente da quelli con cui siamo venuti in contatto in passato”.

Aumenta la credibilità dell’Italia nel mondo, come dimostra l’Economist. A suo parere è davvero così?

“Non abbiamo mai perso credibilità, almeno questa è la mia opinione. Se poi c’è stato un atteggiamento di sospetto nei confronti del nostro Paese, ritengo che siamo sempre stati al top in generale, perché i problemi delle altre nazioni poco si sanno, ma sicuramente sono peggiori dei nostri.

L’Italia, anche per come sta gestendo la pandemia, oggi può considerarsi completamente ineccepibile”.

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