Nel carnevale di Rio si risveglia l'Africa

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Nel carnevale di Rio si risveglia l'Africa

G li elaborati rituali dell'accoglienza e del commiato, comuni fra quelle persone, seguono sempre lo stesso schema. La vita di quella gente è rilassata per natura, le ore hanno ali leggere, è un piacere per loro dilungarsi nei cerimoniali. D'altra parte, la cortesia, quando è diffusa a livello nazionale, ha sempre qualche causa stringente. Ovviamente c'è anche là. Ho chiesto quale fosse. I brasiliani, mi hanno detto, sono irritati soprattutto dalla maleducazione, dalla mancanza di considerazione e dagli affronti alla loro onorabilità. Tutto questo li infastidisce. A volte vedono rosso. E là iniziano i problemi. Perciò, un perfetto accordo gerarchico fra le classi, dalla più elevata alla più umile, costituisce la regola principale.

Una riprova di questo è venuta in seguito, durante il Carnevale di Rio, quando la città impazzisce completamente. Le persone si vestono nei modi più stravaganti, saltano a frotte su ogni mezzo di trasporto, comprano milioni di stelle filanti che, se lanciate come si deve, si srotolano in un millisecondo. Per tre giorni e tre notti non fanno altro che girare per le strade, riunirsi e bersagliarsi a vicenda con le stelle, nonché inondarsi di profumi terrificanti. (Ho fatto pratica di stelle filanti contro cinque angeli in nero e arancio; un'auto piena di bambini sgraziata - mente travestiti da diavoletti; una solitaria divinità coronata, in turchese e argento). I marciapiedi erano bloccati dalla folla a piedi, tutti con i loro vestiti completamente folli, tutti armati di stelle filanti.

Le corporazioni e le gilde cittadine si riunivano, confluendo ognuna dal proprio quartier generale alla guida di enormi sagome e carri allegorici, sorvegliati dalla guardia civile a cavallo. Gruppi di uomini e donne di colore, uniti da una corda, formavano drappelli e cortei barbarici, colorati di rosso, verde e giallo, e così avanzavano a tempo, scuotendo il suolo e l'aria con il timbro e il rombo di melodie ancestrali, muovendosi tra la folla a ritmo di samba.

Era Africa pura. Il legame con le origini non sembrava interrotto. I carri allegorici alti quaranta piedi che veleggiavano su quella marea scatenata si ispiravano a temi d'attualità e questioni sociali che la Stampa era troppo timorosa di trattare: per esempio una certa ferrovia dello stato il cui traffico era particolarmente caotico. L'idea era espressa da due locomotive gemelle, raffigurate nell'atto di scontrarsi come arieti.

Sembrava che la popolazione si sentisse molto responsabile su tutto: procedendo a passi cadenzati, una iarda alla volta, ognuno urlava qualunque cosa passasse per la sua aggiornatissima testa, ricoprendo il mondo intero di coriandoli.

Le stelle filanti pendevano come relitti di un'alluvione dai rami degli alberi; giacevano arrotolate o a ciuffetti sulle strade, come alghe sulla spiaggia; se ne stavano aggrovigliate o ammucchiate su archi tesi sopra i tetti delle macchine, che le rendevano simili a carri di fieno sul palco di un teatro d'opera. Ma da nessuna parte scoppiavano disordini o si sentiva odore di liquori.

Alle due della notte precedente un lungo viale era completamente addobbato, da un marciapiede all'altro, con festoni di stelle filanti. Solo tre ore dopo, alle cinque del mattino, erano sparite, insieme alla folla in maschera e ai gozzovigliatori.

Nemmeno il mal di testa sembrava annunciare il proprio arrivo nell'aria pulita. A proposito di questo, mi è stato detto che il bere non è uno dei vizi dei brasiliani. E non hanno nemmeno l'abitudine di gettare l'immondizia per strada. I quartieri di Rio dopo il Carnevale ne sono la prova.

La loro è una stirpe ordinata, come lo sono tutti coloro che scolpiscono il legno e intrecciano fibre o giunchi, piegano vimini o lavorano il bambù sotto la vampa del sole; le loro lotte contro le febbri e le malattie epidemiche hanno insegnato, nel modo più empirico, le norme igieniche.

Oggi, se le cisterne e i cumuli di rifiuti attirano zanzare in città, i proprietari responsabili vengono sanzionati. I funzionari municipali sono molto severi e questo è il motivo per cui è difficile sentire cattivi odori a Rio.

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