Cultura e Spettacoli

Nel paese di Lovecraft c'è un razzismo "da paura"

Un horror, a metà strada tra critica sociale e puro divertimento, ispirato dai mostri del grande scrittore

Nel paese di Lovecraft c'è un razzismo "da paura"

Los Angeles. È dai tempi dei suoi albori che il genere horror travalica i confini del mero intrattenimento per esplorare le più disparate tematiche sociali. A rivitalizzare il genere negli ultimi anni ha pensato Jordan Peele che nel 2018 vinse l'Oscar per la migliore sceneggiatura con Scappa - Get Out, e l'anno dopo tornò a far parlare di se con Noi, altrettanto capace di far divertire, spaventare e nello stesso tempo fare riflettere. Ora Peele porta lo stesso esercizio sociale in televisione, con la serie HBO Lovecraft Country, da lui prodotta insieme a JJ Abrams.

Adattamento del romanzo omonimo di Matt Ruff, la serie, che sarà in Italia dall'autunno su Sky e Now TV, è stata sviluppata da Misha Greens, la sceneggiatrice di Sons of Anarchy e Heroes e ideatrice di Underground. Le tematiche che affronta paiono particolarmente rilevanti in questo particolare momento storico per gli Stati Uniti, attraversati dai conflitti sociali e dalle istanze del movimento Black Lives Matters e aprono un dibattito su uno dei massimi esponenti del genere horror, lo scrittore H.P. Lovecraft.

Lovecraft Country segue le imprese di Atticus Black, interpretato da Jonathan Majors, che, alla ricerca del padre scomparso si mette in viaggio insieme allo zio George (Courtney B. Vance) e all'amica Letitia Leti Dandrige interpretata da Jurnee Diana Smollett (Underground). Inizierà così uno spaventoso viaggio attraverso l'America razzista degli anni Cinquanta, in cui i protagonisti dovranno fare i conti con gli orrori della segregazione razziale e con misteriosi e terrificanti mostri che sembrano provenire direttamente dai racconti di H.P. Lovecraft, di cui Atticus è un assiduo lettore. «Dai mostri, quelli nati dalla fantasia dello scrittore, i protagonisti sanno come difendersi, ma ci sono mostruosità molto più subdole dalle quali è più difficile proteggersi - dice il protagonista, Jonathan Majors - il razzismo è un mostro invisibile e difficile da vincere».

H.P. Lovecraft è stato uno degli scrittori di genere più influenti del Ventesimo secolo, i suoi racconti horror hanno ispirato artisti come Stephen King (che lo ha definito il più grande artigiano del classico racconto horror), Guillermo del Toro, George R.R. Martin, Ridley Scott, Alan Moore, John Carpenter e Neil Gaiman e anche successi televisivi contemporanei, come Stranger Things e True Detective.

Eppure Lovecraft era un antisemita, un white supremacist, un vero razzista anche per gli standard piuttosto sbilanciati dell'inizio del secolo scorso. I suoi racconti erano animati dalla paura dell'altro, dello straniero, del diverso.

Cresciuto dalle zie dopo la morte dei genitori, entrambi con problemi mentali forse dovuti alla sifilide, Lovecraft scrisse moltissimi racconti horror che ebbero successo ma non gli garantirono mai la tranquillità economica. Per tutta la vita scrisse saggi e lettere nelle quali esponeva le sue idee razziste, giustificava i frequenti linciaggi negli stati del sud e ammirava Hitler: «So che è un clown, ma come mi piace quel ragazzo!», si legge nelle sue pagine.

Per molti anni i suoi estimatori hanno semplicemente ignorato gli aspetti più razzisti dei suoi racconti per concentrarsi sulla pura evasione. Matt Ruff con il suo romanzo uscito nel 2016 e ora Peele e Abrams, con la serie televisiva, hanno voluto fare luce sull'uomo, sui suoi racconti, sull'epoca in cui ha vissuto e hanno voluto esorcizzare gli aspetti più oscuri della sua personalità con un racconto che è da una parte puro divertimento e dall'altra una denuncia dell'America bigotta del 900. «Quello di cui c'era bisogno era di un ponte fra l'horror paranormale dei racconti di Lovecraft e l'orrore reale del suo razzismo», dice Matt Ruff.

Qual è stato il mezzo utilizzato per la creazione di questo ponte? L'inversione dei ruoli: Lovecraft Country infatti mette al centro della storia personaggi di colore, i «cattivi» delle novelle di Lovecraft, e così facendo arriva dritta al punto: sebbene lungo il dipanarsi della serie i protagonisti verranno incontro a creature mostruose frutto della più originale fantasia degli autori, il vero orrore arriva al pubblico dalla consapevolezza che le peggiori mostruosità sono quelle operate dagli uomini nei confronti di altri uomini.

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