Cultura e Spettacoli

Film, serie, programmi: lo streaming parla italiano

Da "Il Gattopardo" al ritorno di Zerocalcare, da Wanna Marchi ai reality, le novità "di casa"

Film, serie, programmi: lo streaming parla italiano

L'Italia al centro di Netflix. Ecco l'annuncio di nuove produzioni seriali come quella ispirata a Il Gattopardo con la regia di Tom Shankland, il ritorno animato di Zerocalcare che, dopo il successo di Strappare lungo i bordi, realizzerà nuovi e originali episodi, poi la prima serie italiana natalizia Odio il Natale con Pilar Fogliati alla ricerca dell'amore mentre il regista e sceneggiatore Francesco Bruni, nei vari episodi di Tutto chiede salvezza, affronta il tema del disturbo mentale utilizzando il suo tono gentile e agrodolce, figlio della migliore commedia italiana.

Ma ci sono anche i film, ecco il colpo grosso al tesoro di Mussolini a Milano nei giorni intorno al 25 aprile 1945 in Rapiniamo il Duce diretto da Renato de Maria con Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Isabella Ferrari, Filippo Timi nei panni di un gerarca fascista e, a sorpresa, Maccio Capatonda poi il primo film d'azione con protagonista Alessandro Gassmann, Il mio nome è Vendetta, un vero e proprio revenge movie diretto da Cosimo Gomez, la commedia estiva Sotto il sole di Amalfi dell'esordiente Martina Pastori (regina dei videoclip) che vede il ritorno sul set del produttore Andrea Occhipinti accanto a Isabella Ferrari con cui a 17 anni era stato protagonista di un fotoromanzo, poi la commedia giovanile Per lanciarsi dalle stelle con Federica Torchetti, Lorenzo Richelmy e Cristiano Caccamo, e l'attenzione all'universo femminile con Lidia Poët, diretto da Matteo Rovere e Letizia Lamartire con Matilda De Angelis nei panni della prima donna avvocato d'Italia nella Torino di fine Ottocento. Infine la curiosa docu-serie Wanna, su Wanna Marchi, che ne racconterà più la vita dei miracoli promessi, insieme al programma Summer Job, condotto dall'attrice Matilde Gioli al suo esordio televisivo, che vede dieci ragazzi, tra i 18 e i 23 anni, convinti di partecipare a un reality show solo di lusso e piacere nella messicana Riviera Maya, scoprire invece che, per non essere eliminati, dovranno fare i classici lavori estivi.

Insomma benvenuti in casa Netflix, il colosso statunitense dello streaming, che, non a caso, per l'apertura alla stampa ieri dei suoi nuovi uffici italiani ha scelto questa frase di lancio: «Siamo a casa». E la casa è al centro di Roma, a due passi da via Veneto, plasticamente attaccata all'ideale via della Dolce Vita e degli anni della cosiddetta Hollywood sul Tevere. Certo in quell'epoca l'Italia era una protagonista dell'industria cinematografica mondiale e gli americani li ospitava e poi diceva loro arrivederci. Oggi sembriamo più un terreno di conquista in questi anni quasi tutte le più grandi case di produzione sono state acquisite da compagnie estere e quel «siamo a casa» potrebbe spaventare chi crede ancora nell'eccezione culturale italiana. Ma sono timori, sulla carta, infondati. Perché, pensando agli spettatori e ai profitti, la piattaforma guidata da Reed Hastings che è voluto essere presente a Roma ricordando «i 5 milioni di iscritti in Italia e i 5 David di Donatello appena vinti da È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino», ha avviato una serie di linee editoriali perfettamente integrate con i modi narrativi e di produzione della fiction e del cinema italiano così come li conosciamo.

Naturalmente non è stato un caso che, nell'estate di due anni fa, venisse assunta da Netflix Tinny Andreatta, apprezzata direttrice di Rai Fiction. Scopriamo oggi, dalle parole del co-fondatore, che si è trattato di un lunghissimo corteggiamento: «Abbiamo preso il primo caffè insieme tre anni fa. Per me lei era il sogno del contenuto italiano. Ecco, ci sono voluti tanti caffè prima che decidesse di fare parte del nostro gruppo», ha detto Reed Hastings prima che la pioggia improvvisa lo interrompesse. Tutto è bene quel che finisce bene. E così oggi Tinny Andreatta può riassumere efficacemente la sua linea editoriale: «Poniamo al centro il racconto dell'Italia, al di fuori degli stereotipi, rompendo le regole e portando uno sguardo nuovo. Così facendo la nostra industria si può confrontare con il migliore storytelling internazionale».

In attesa di capire se le novità saranno così dirompenti, certamente diversa e nuova è stata la modalità della conferenza stampa di presentazione, anche perché a condurla c'era l'autoironica Michela Giraud, protagonista da qualche settimana su Netflix con il suo show di stand-up comedy La verità, lo giuro!, che ha pure scherzato sulle sue origini capitoline: «Sarò protagonista di Romarton, la versione italiana di Bridgerton».

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