Cultura e Spettacoli

Il nipote di Lucio Battisti: "Lo speciale della Rai? Hanno fatto morire mio zio due volte"

Il nipote di Lucio Battisti tuona contro lo speciale che la Rai ha dedicato all'artista e commenta: "Un disastro, lo hanno fatto morire due volte"

Il nipote di Lucio Battisti: "Lo speciale della Rai? Hanno fatto morire mio zio due volte"

Lo scorso sabato 30 novembre, Rai Uno rendeva omaggio al celebre Lucio Battisti con una serata evento cui hanno preso parte Mogol, Patty Pravo e molti altri artisti del panorama musicale nostrano.

Quello speciale che la Rai ha dedicato all’artista di Poggio Bustone, però, è stato fortemente criticato dal nipote, Andrea Barbacane, figlio di Albarita Battisti, sorella del grande cantautore. Attraverso le pagine del settimanale Chi, in edicola domani 11 dicembre, il nipote di Lucio Battisti ha definito un vero e proprio “disastro” la serata dedicata all’inteprete di brani celebri come “Mi ritorni in mente”, “Emozioni” o “Un’avventura”.

Lo speciale di Raiuno dedicato a mio zio Lucio Battisti è stato un disastro. È stato reso un servizio pessimo da cantanti come Ruggeri, Morgan, Arisa, che hanno fatto morire zio Lucio per la seconda volta – ha detto senza usare mezzi termini Barbacane - . Mi stupisce che Mogol fosse presente e li abbia ringraziati. Rispetto a Dieci ragazze cantata da Ruggeri sono molto meglio le canzoni dello Zecchino d’Oro”. Parole al vetriolo quelle del nipote di Lucio Battisti, che ha deciso di raccontare gli aspetti inediti dello zio in un libro, “Il grande inganno (Quel gran genio di mio zio e quel che non è stato detto su Lucio Battisti)”. Nelle pagine scritte di suo pugno, il figlio della sorella di Battisti spiega: “Provo a raccontare un Battisti inedito, smentendo una serie di leggende su di lui come quella che fosse fascista e finanziatore dell’Msi e che fosse tifoso della Lazio”.

Come spiegato da chi lo conosceva bene, quindi, Lucio Battisti pare non abbia mai avuto delle preferenze politiche esplicite. “Il Battisti politico non è mai esistito perché zio Lucio non votava neanche, lasciava a casa di nonno le cartoline elettorali – ha svelato Barbacane, raccontando anche che l’artista non aveva una fede calcistica come, invece, è stato spesso sostenuto - .Il Battisti laziale nasce dalla fantasia dei tifosi suffragata da nonno Alfiero: l’unica volta che zio Lucio andò allo stadio fu una domenica pomeriggio, quando accompagnò mio padre a vedere la partita che avrebbe decretato lo scudetto della Lazio: era curioso dell’evento, non era tifoso”.

Infine, il nipote di Lucio Battisti si dice favorevole alla caduta dell'obbligo che imponeva la diffusione delle sue canzoni solo attraverso i vinili e le cassette.

Fortemente convinto che “Lucio Battisti sia un patrimonio di tutti e non è proprietà di nessuno, nemmeno dei famigliari”, è felice che il suo repertorio possa essere disponibile anche sulle piattaforme digitali.

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