Il cinema italiano incassa meno di quanto dovrebbe, se il costo medio d'un film 100% made in Italy è di 1,99 milioni di euro e il ricavo s'attesta su 1 milione e otto. «Siamo a quote di sopravvivenza», dichiara Nicola Borrelli, capo della Direzione generale cinema, ieri alla sbarra per presentare tutti i numeri della cineindustria. E mentre gli ambienti monumentali della Crociera del Collegio Romano, citavano un passato di gloria culturale, i dati emersi dall'incontro, affollato da produttori inviperiti come Aurelio De Laurentiis («Sogno una class action contro lo Stato, indifferente alla pirateria!»), o lucidi come Angelo Barbagallo («Ce lo diciamo da decenni: il pubblico non vuole i nostri film»), parlavano di crisi nera.
È dal mercato della sala che arriva il profondo rosso: nel 2012 già si registrava un calo del 10%, ulteriormente aggravato da un decremento del 5% nel primo trimestre 2013. Se nel 2011 sono piovuti al botteghino 661 milioni di euro, nel 2012 se ne contano 608. E, per quanto riguarda i film italiani, ci si ferma a 153 milioni contro i 235 del 2011. Bottino davvero magro. Ancor peggio l'inizio del 2013: si registra una flessione di ben il 41%, rispetto al trimestre scorso. Se i tagli al FUS hanno azzoppato un'industria basata sull'accesso ai fondi pubblici a pioggia - data la crisi, Borrelli ora parla di «meccanismi a rubinetto» -, sugli scarsi risultati grava un problema di politica culturale. A fronte di un costo medio a film con contributo di interesse culturale (anche se solo in parte finanziato con i soldi pubblici) di 4 milioni 517 mila, l'incasso medio è stato di un milione 645 mila. Continuando a investire 9 milioni in opere prime e seconde che nessuno vede e affollando il cartellone di uscite in contemporanea, si punta all'azzeramento della filiera. Una sola buona notizia, ma effimera: il tax credit ha generato valore. Per ogni euro di agevolazione fiscale, lo Stato italiano ha ricavato un gettito fiscale successivo di 1,5 euro. Ma il governo attuale non ci pensa a riconfermare il tax-credit: soldi in cassa non ce ne sono.
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