Cultura e Spettacoli

Il "Notturno" di Rosi corre per l'Oscar dei film (ma è un documentario)

La commissione italiana l'ha candidato a sorpresa. Sfidando il precedente negativo...

Il "Notturno" di Rosi corre per l'Oscar dei film (ma è un documentario)

Errare è umano, perseverare diabolico? Qualcuno l'ha scritto sui social, qualcun altro l'avrà pensato, fatto sta che anche quest'anno, un po' a sorpresa, la commissione di selezione che designa il film italiano da inviare agli Oscar ha scelto il film Notturno di Gianfranco Rosi («La mia dedica è a Valentina Pedicini»), nella speranza poi di entrare nella lista dei titoli della categoria che ora è diventata International Feature Film Award. Dello stesso regista, 4 anni fa, fu selezionato Fuocoammare e sappiamo come è andata a finire. Ossia l'Italia non è entrata neanche nella prima shortlist di una decina di titoli, primo step che anticipa la classica cinquina.

Che cosa ha di diverso stavolta Notturno per aver portato la commissione, composta da Nicola Borrelli (direttore generale cinema del Mibact), Simone Gattoni (produttore), Paolo Genovese (regista), Carlo Poggioli (costumista), Cristina Priarone (presidente delle Film Commission), Gloria Satta e Baba Richerme (giornaliste), a preferirlo a titoli più favoriti, ad esempio, come Pinocchio di Matteo Garrone, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti su Ligabue o La vita davanti a sé di Edoardo Ponti, visibile su Netflix, che ha regalato una grande interpretazione alla mamma Sofia Loren? Trattasi sempre di «documentario», anche se Gianfranco Rosi è stato uno degli artefici dello sdoganamento di quello che non è un più un «genere» ma «solo» cinema, tanto che il suo Sacro GRA vinse il Leone d'Oro al festival di Venezia. Sulla carta però Notturno ha forse addirittura meno chance del precedente Fuocoammare che aveva vinto l'Orso d'Oro al festival di Berlino perché a quello di Venezia, dov'era in concorso lo scorso settembre, è stato snobbato dalla giuria con Cate Blanchett presidente. Un verdetto che, qualcuno ricorderà, scatenò le polemiche soprattutto da parte di Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema che coproduce il film, che ora ci tiene a far sapere che Rosi è «uno degli autori che ci è più caro per la sua particolare visione», sottolineando come Notturno abbia «partecipato ad oltre 20 tra i più importanti festival internazionali tra cui quello di Venezia, Toronto, New York, Telluride, Londra, Tokio, Busan, San Paolo, Vienna. Ha raccolto innumerevoli consensi della critica e della stampa delle più prestigiose testate internazionali e italiane, perché il suo viaggio senza frontiere nei Paesi in guerra del Medio Oriente, senza soffermarsi sui confini geografici e sulle ragioni di ognuna delle parti in campo, mette sempre al centro la tragedia dei suoi popoli». Tutto vero, tutto giusto. L'abbiamo scritto anche noi da Venezia.

Però, pur trattandosi di un documentario «creativo», la percezione esterna è che siamo sempre di fronte a quel tipo di cinema. E gli annali degli Oscar per il miglior film straniero raccontano che sono stati sempre i film di finzione a essere presi in considerazione. Certo c'è sempre una prima volta e siamo i primi a tifare per l'Italia e per Rosi ma non bisogna mai dimenticare un certo «conservatorismo» dell'Academy. Non è un caso che l'ultimo italiano ad aver vinto la statuetta sia stato Paolo Sorrentino con La grande bellezza nel 2014. E non è certo ancora un caso che proprio lui sia stato molto polemico ai tempi del precedente film di Rosi quando sedeva tra i membri della commissione e gli votò contro perché aveva in mente una strategia, questa: «Fuocoammare è un bellissimo film, ma andava candidato all'Oscar nella categoria dei documentari. Questa scelta è un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano che poteva portare agli Oscar due film: un film di finzione e Fuocoammare che può concorrere e vincere nella categoria dei documentari». Fuocoammare entrò poi nella cinquina dei Migliori documentari senza però vincere la statuetta.

Speriamo che ora, come in un tragico déjà-vu, non si ripeta lo stesso copione.

Non resta che aspettare il 9 febbraio 2021 quando l'Academy annuncerà la short list dei dieci film internazionali che diventeranno cinque, il 15 marzo, con l'annuncio delle nomination e infine il vincitore, nella serata di gala di premiazioni del 25 aprile.

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