Con il nuovo Parlamento la riforma radicale del Fus

Federico Mollicone

Carichi di entusiasmo per il riuscitissimo festival di CulturaIdentità a San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi, siamo volati a Roma per partecipare, martedì 28 agosto scorso, ad una riunione fondamentale con il Ministro della Cultura Alberto Bonisoli, le rappresentanze del neonato «Movimento Spettacolo dal Vivo» e una delegazione informale della Commissione Cultura della Camera composta, oltre che dal sottoscritto, da Patrizia Marocco di FI, D'Acunzo di M5S e Cristina Patelli della Lega. Riunione fondamentale, da noi promossa, perché il «Movimento Spettacolo dal Vivo» chiedeva il riesame degli esclusi del FUS, Fondo Unico dello Spettacolo, che in particolare in questa edizione ha seguito logiche assurde e indirizzi artistici da Minculpop ad opera delle commissioni nominate in fretta e furia dell'ex Ministro Franceschini e quindi dal PD. Per la prima volta un Ministro alla cultura riceve un movimento nato contro il FUS per ascoltare le proposte dei ricorrenti anche sulla riforma di questo Fondo. Il ministro Bonisoli ha dimostrato apertura e capacità d'ascolto annunciando due importanti iniziative: per prima cosa la creazione di un Fondo straordinario triennale destinato ad assorbire sia gli esclusi, sia i sotto finanziati per 10 milioni di euro. La seconda iniziativa, ancora più significativa, è la riforma radicale del FUS a cominciare dal nome, come da noi proposto, partendo dal Parlamento e dalle Commissioni cultura di Camera e Senato.

Sono segnali importanti di cambiamento rispetto ad un primo «continuismo» che ci aveva preoccupati e mobilitati. Ora non resta che aspettare i fatti, ma certo è che una prima significativa vittoria la possiamo celebrare perché abbiamo permesso a chi ha fatto dell'Arte il proprio destino di essere rispettato e ascoltato.

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