Il nuovo teleconformismo dalle Miss a Sex Inspector

I programmi voyeuristici a pranzo e la fine del concorso di bellezza per indegnità sono due facce della stessa medaglia. Ecco perché

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Qual è il nesso tra la richiesta di infilare i mutandoni alle aspiranti Miss Italia, cacciate da Raiuno per indegnità morale, e l'ostentazione di un vibrante dildo a mezzogiorno su Cielo, canale in chiaro di Sky, nel corso di trasmissioni come The Sex Therapy o The Sex Inspector? Nessuno all'apparenza. Raiuno è un canale pubblico, e Cielo privato. Gratta gratta però salta fuori la stessa ideologia, quella cultura del piagnisteo che Robert Hughes poneva alla base del politicamente corretto. Un cultura che, in brevissimo, potremmo riassumere così: ossessione per i diritti civili, esaltazione vittimistica delle minoranze, estensione illimitata del concetto di discriminazione. Un mix in cui la lotta di liberazione dal «genere» maschile o femminile imposto dal pensiero dominante (e non dalla natura) finisce coll'essere parallela, per intenderci, alla lotta contro il razzismo.

TENDENZA «BIGOTTA»

Il bigottismo è l'ultima novità, l'approdo imprevedibile del femminismo. La donna non è un oggetto. Ostentarne il corpo, e negarle il diritto di parola, anche qualora non lo richieda, è offensivo. E quindi, dopo le schermaglie sul velinismo, ecco servita la crociata, condotta dalle massime cariche istituzionali come la presidente della Camera Laura Boldrini, contro Miss Italia, cancellata dai palinsesti Rai. La tv di Stato coglie un duplice obiettivo: si leva dai piedi un programma in declino e si prende gli applausi politicamente corretti. Laura Boldrini: «Bene il no della Rai a Miss Italia, una scelta moderna e civile. Solo il 2% delle donne in televisione parla, il resto è muto e svestito». La battaglia è appena iniziata, scommettiamo? Ancora Boldrini: «C'è una par condicio che viene violata assai frequentemente, ed è quella tra i generi e la loro rappresentazione».

TENDENZA «NORMALITÀ»

Famiglie allargate, allargatissime. Coppie omosessuali con bebè. Uteri in affitto. Ménage à trois appaganti. Il tutto in chiave di sofisticata commedia, senza l'ombra di cattiveria. Mai una battuta acida, o fuori posto. Le serie tv a stelle e strisce, con garbo, diffondono modelli e comportamenti problematici spingendo il pedale del politicamente corretto. Parola d'ordine: leggerezza. Mostrare ciò che potrebbe essere controverso come fosse fuori discussione; e utilizzare un linguaggio così zuccherino da far venire il diabete. Esempi? Innumerevoli. Non c'è neppure bisogno di richiamare i casi eclatanti The Modern Family o The New Normal perché tutte le fiction strizzano l'occhio al pubblico scafato delle grandi città, da Scandal a Grey's Anatomy passando per Glee.

TENDENZA «EMANCIPATA»

Il corpo delle donne va coperto. Non si può ridurre una ragazza al suo aspetto fisico. È roba da età della pietra, quando le fanciulle in fiore non erano ancora emancipate. Ma c'è una eccezione un filo ipocrita. Infatti il corpo delle donne può essere ostentato proprio come esempio di emancipazione avvenuta o in corso d'opera. In tal caso, tutto ok. Nessuno pare scandalizzarsi perché siamo nei canoni (piuttosto elastici, a dire il vero) della «giusta» ideologia. Certo, a vedere The Sex Therapy o The Sex Inspector viene il sospetto che tanta emancipazione nasconda solo il desiderio di alzare l'audience col pecoreccio. E vai di consigli su masturbazione, fellatio, preliminari assortiti, utilizzo di oggettistica varia per facilitare l'orgasmo. Come funziona una vagina? Dove è lo stramaledetto punto G? I rapporti anali sono dolorosi o è una leggenda? Il sessuologo di turno fornisce le necessarie delucidazioni, entrando nei particolari. In questi show, il corpo è davvero un oggetto, con tanto di istruzioni per l'uso, ma il trucco di presentare il tutto come «terapia» al servizio di coppie moderne mette al riparo delle critiche.

Gli estremi si toccano in nome dell'emancipazione (obbligatoria): il voyeurismo estremo dei reality convive con la volontà di oscurare il voyeurismo da abbiocco di Miss Italia. Se la cultura del piagnisteo può essere così ampia da contenere linguaggi diversissimi tra loro, forse non ha salde fondamenta come pensano i suoi numerosi sostenitori.

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