Offriamo occasioni di lavoro ai nostri «cervelli»

Alessandro Sansoni

L'Italia è terra di emigrazione o immigrazione? Per quanto riguarda il nostro passato la risposta è scontata. Quanto al presente, lo è di meno. Le immagini televisive dei barconi stipati di immigrati dall'Africa e la metamorfosi etnica che stanno subendo le nostre metropoli e i piccoli comuni sulla dorsale appenninica, dove normalmente vengono allocati i centri di accoglienza, ci indurrebbero a pensare che il nostro sia un paese di immigrazione a pieno titolo. In realtà le cose non stanno così. La famosa «fuga dei cervelli» non è solo una formula giornalistica, ma qualcosa di più profondo ed esteso di quanto si pensi. Dietro tale formula non si cela soltanto la ricollocazione di una parte della nostra élite intellettuale che cerca migliori prospettive di carriera in paesi dove merito e competenze sono meglio apprezzati. Si tratta ormai di un fenomeno di massa che riguarda soprattutto i giovani, innanzitutto meridionali, anche solo mediamente scolarizzati. Secondo le statistiche nell'ultimo anno sono stati 112.000 gli italiani trasferitisi all'estero e 114.512 nel 2016: un record, molto più di spagnoli e tedeschi. Sono soprattutto giovani tra i 25 e i 34 anni, ma dal 2011 è esploso anche il fenomeno dei giovanissimi (20-24 anni), con un aumento del 225%. Da questo punto di vista gli anni della crisi sono stati devastanti: gli italiani espatriati erano 84.560 nel 2015, 73.415 nel 2014 e solo 37.129 nel 2009. Siamo ormai il paese col più alto tasso di emigrazione in Europa. Dunque non solo «cervelli al di sopra della media», ma un capitale umano e intellettuale ingente, che preferisce andar via perché non ha più fiducia nell'Italia. Forse giustamente, viste le attuali condizioni di immobilizzazione dell'ascensore sociale. Eppure si tratta di ragazzi che, come amanti traditi, non smettono di amare e soffrire per la Patria.

Re-italianizzarli, offrendo buone ragioni professionali e adeguate motivazioni ideali per tornare a dare il loro contributo per la rinascita della Nazione, è un imperativo al quale è chiamata a dare risposte la classe politica e, soprattutto, la società nel suo insieme.

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