«Ora ballo tra la gente Porto il mio show nelle piazze italiane»

Impeccabile, inalterabile, trucco perfetto, messa in piega perenne, mai un nervosismo, non diciamo una parolaccia (figurarsi) ma neppure l'ombra d'una volgarità. Se Milly Carlucci non fosse composta e professionale come è, non si preoccuperebbe dei futuri successi. E invece: proprio perché da otto edizioni guida il successo di Ballando con le stelle, eccola sperimentare il numero 9 (previsto per il 2013) con Ballando con Milly. Ovvero con la prima esibizione «live» del popolare show danzerino: l'8 settembre al Palaterme di Fiuggi. In attesa di una tournée per tutta Italia. E forse pure negli Usa (ci sono dei produttori interessati).
Cosa sarà Ballando con Milly?
«Uno spettacolo dal vivo col quale testare in teatro qualcuna delle novità che potremmo portare in tv. Tutti i volti amati del programma (tranne Paolo Belli, in Canada per lavoro) attorno a due squadre capitanate da Bobo Vieri e Marco Del Vecchio, ma composte da cinque ballerini selezionati fra il pubblico. Proprio l'interazione diretta con gli spettatori potrebbe essere la novità del programma. Come pure la presenza di Gianni Ippoliti, che selezionerà gli aspiranti ballerini. E il ritorno di Emanuele Filiberto, un personaggio che deve ancora dare il meglio di sé. Se funzionerà, prima di tornare in tv porteremo lo spettacolo in tournée».
E in tv potrebbe approdare anche qualche nuovo campione olimpico.
«Già: come Rosalba Forciniti, che a Londra, subito dopo aver conquistato un bronzo nel judo, ha dichiarato “E ora vorrei partecipare a Ballando con le stelle”. Beh: come dirle di no?».
Ma in una stagione raggelata nel già visto e terrorizzata all'idea di cambiare, le novità non sono pericolose?
«So per esperienza che la stanchezza del pubblico va anticipata. Quando l'avverte è troppo tardi per porci rimedio. L'importante è che la novità non gli faccia dire “Era meglio prima”. Quasi non deve accorgersene. Certo: se mi presentassi mezza nuda e in hot pants direbbero “Questa è impazzita”».
Senza arrivare a tanto, Milly: a volte non sente di rimanere un po' troppo uguale a sé stessa?
«Non voglio far finta d'essere una ragazzina. Ho 58 anni, e lo sanno tutti. Le signore per strada m'abbracciano esclamando: “Io la seguo fin da quand'ero bambina!”. Ma questo mi fa tenerezza. Mi sento un po' superata solo quando devo usare l'iphone. Ci ho messo un anno, a capire come funziona».
Ammettiamolo: vederla sempre così perfetta qualche perfida curiosità la suscita. Le capita mai d'essere spettinata? Di sbagliare un abito di scena? Le è mai sfuggita una parolaccia?
«Il perfezionismo me l'ha inculcato la pratica sportiva. Ma dopo 35 anni di carriera non hai più bisogno di alimentare il culto di te stessa: badi al tuo aspetto senza ossessioni. Spettinata mai: ci tengo troppo. Abito sbagliato? Una volta abbinai il giallo al rosso. Ma piacque ai romanisti (anche se io sono juventina). Quanto alle parolacce non le dico nemmeno nella vita privata, perché dovrei farlo in pubblico?».
I suoi figli le dicono mai «Mamma, sciogliti un po'...».
«Ho la fortuna di avere due ragazzi - Angelica di 26 anni, e Patrick di 20 - che si occupano d'altro, evitando di sentirsi dei “figli di”. Soprattutto la femmina: si sa quanto una ragazza con madre famosa possa patire sentimenti di rivalità. Invece ha il cervello di suo padre, se Dio vuole: fa economia, pensa solo ai numeri».
Qualcuno ritiene la sua scuola di conduzione sorpassata.
«Se è così lo considero un titolo di merito. Per me negli show tutto deve scorrere meravigliosamente. Mentre oggi questo, in una tv che ingigantisce gaffes e difetti per farne spettacolo, è controproducente. Quante volte, davanti a certe situazioni imbarazzanti mi sono dovuta censurare! Avrei potuto approfittarne. Lo share si sarebbe subito impennato. Ma io queste cose non so farle».
Eppure un passo falso l'ha commesso perfino la perfezionista Milly. Quando andò in onda con Ballando dopo il naufragio della Costa Concordia.
«Oh: ma quella fu una scelta aziendale, non mia. Io e Frizzi fummo anche costretti a condurre Scommettiamo che? dopo la strage di Capaci. L'episodio peggiore della mia carriera. Ti costringono: come fai? E non puoi condurre un varietà con la faccia appesa. “Allora stattene a casa”, penserebbe la gente. Così fai il tuo lavoro: sorridi. Io andai in onda con mia madre in fin di vita all'ospedale. Il nostro è proprio il mestiere del clown».
E comunque garbo e sorrisi non le impedirono di tirar fuori le unghie e ottenere, per prima, un provvedimento giudiziario contro i cosiddetti «programmi fotocopia».


«Essere garbati non significa essere fessi. Il Baila! della D'Urso era la copia conforme di Ballando. Tutto qui».
E dopo Ballando?
«Ho proposto alla Rai due varietà meno tradizionali, a dimensione ridotta e piccolo budget».

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