"Ora che sono in forma faccio il vero (rock) duro"

Il nuovo tour inizia oggi all'insegna del metal. I classici però non si toccano. E su Renzi e la vecchia sinistra Vasco Rossi dice...

"Ora che sono in forma faccio il vero (rock) duro"

Insomma benvenuto al Vasco heavy metal. Chiaro, diretto, pesante. Non solo nelle dichiarazioni in uscita oggi a sorpresa su Vanity Fair. Il Vasco solitamente molto trattenuto nelle proprie dichiarazioni stavolta non bada a spese. Roba a tutto campo, molto metal: «Renzi si muove bene, sono contento che stia cercando di dare una sterzata, anche se ho il dubbio che siamo al punto in cui la macchina va fuori strada comunque», «L'estrema sinistra mi odia perché non ho mai cantato Bandiera rossa la trionferà, al concerto del Primo Maggio volevano contestarmi ma erano solo quattro deficienti, il genere che sul web, siccome c'è l'anonimato, crede di poter scrivere quello che gli pare». Oppure, ancora: «I processi sono troppo lenti, un Paese dove la giustizia non funziona finisce nelle mani della malavita». E la lentezza della giustizia sembra un claim politicamente ben identificabile, quantomeno a giudicare la cronaca politico giudiziaria degli venti anni. E poi la burocrazia: «Farraginosa, costosa e inefficiente».

Un Vasco di buon senso quasi borghese che, come spesso è accaduto, se ne frega di deludere i salotti radical chic. Ma anche un Vasco tornato in grande forma che si è rasato i capelli a zero e che stasera all'Olimpico di Roma (tre serate, poi ne farà quattro a San Siro dal 4 luglio) debutta con il concerto più aggressivo della propria carriera. Venticinque brani senza fiato almeno per un'ora grazie ad arrangiamenti essenziali e al fondamentale innesto nella band di Vince Pastano alla chitarra e di Will Hunt degli Evanescence alla batteria.

Finalmente Vasco, anche grazie a Claudio Golinelli al basso e a Stef Burns alla chitarra (ricordiamolo perché molti lo dimenticano: è un fenomeno che ha suonato con Steve Vai e Joe Satriani in Hey Stoopid di Alice Cooper del 1991), ha una sezione ritmica all'altezza del repertorio. E picchia duro almeno per metà concerto, quasi gli fosse venuta voglia di tornare al tempo del suo debutto, quando davvero iniettò la chitarra elettrica dentro la canzone d'autore. Una botta.

Però, scusi Vasco, una sterzata così violenta non se la sarebbe aspettata nessuno.
«E perché? Funziona così. Funziona che a furia di fare del rock viene quasi voglia di fare heavy metal. È una conseguenza quasi inevitabile».

In effetti sia Stef Burns (effetti simili a quelli di Zakk Wylde, chitarrista di Ozzy) che Will Hunt (doppia cassa molto Metallica e Pantera) non badano a spese quanto ad aggressività sonora sul palco.
«Di certo questo sarà un concerto riff oriented molto più che nel resto della mia carriera anche grazie alla nostra idea di creare una vera sezione ritmica nella band. Ad esempio, in scaletta c'è La strega che è quasi violenta e senza dubbio molto più forte di come l'abbiamo suonata le rare volte che l'abbiamo suonata».

Appunto.
«Quando è nato quel brano, eravamo solo ragazzi della via Emilia in pieni anni Ottanta, ma con il tempo è diventato più vero e più duro. Insomma, è cresciuto».

Caro Vasco, lei è cresciuto?
“Avrei potuto portare sul palco un concerto celebrativo come quello dell'anno scorso e sarebbero stati tutti contenti. Anche io sarei stato contento perché soddisfare i fan è comunque importante ed essenziale per me. Ma volevo dare un segno di svolta anche per dimostrare che, dopotutto, sono una cosa ben precisa a prescindere da tutto ciò che capita intorno».

Ossia?
«Sono un duro che dura».

Però durante i bis voi sarete molto meno aggressivi.
«I bis sono i bis, quindi intoccabili come Vita spericolata o Alba chiara. Ma nel concerto c'è un filo logico da parte dagli Spari sopra fino a Liberi liberi».

È il Vasco di quest'anno.
«Sono tornato in forma. E non me l'aspettavo. E mi sono pure tagliato i capelli a zero. Così si capisce che non scherzo più un cazzo. Per lo meno sul palco. Perché poi la vita vera è un'altra cosa».

Nel «Manifesto futurista» lei canta di aver

fatto «un patto con le mie emozioni». Lo ha aggiornato. L'ha mantenuto?
«Certo che sì. Io lascio vivere le mie emozioni e loro in cambio non mi fanno fuori. Mi sembra un compromesso accettabile, lei cosa dice?».

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