Ora chi dice a Greco di togliersi dal prime time?

In sole tre puntate Agorà duemidiciassette ha riportato il prime time del martedì di Raitre a livelli di ascolti accettabili

Ora chi dice a Greco di togliersi dal prime time?

Insomma Gerardo Greco ha dimostrato che, con serenità, senza tanti proclami, senza urla e litigi e senza ricorrere a format complicati, si può fare un talk che trova attenzione da parte del pubblico.

In sole tre puntate Agorà duemidiciassette, la trasposizione serale del programma del mattino, ha riportato la serata del martedì di Raitre a livelli di ascolti accettabili, a quelli di Ballarò delle stagioni guidate da Massimo Giannini: l'altro ieri infatti Agorà ha fatto il 5,9 per cento di share con 1.371.000 spettatori battendo (come dovrebbe essere) DiMartedì de La7 che ha realizzato un risultato di poco inferiore: 5,6 per cento di share con 1.122.000 spettatori. Insomma si sono riportate le cose a posto: Floris ha perso quei punti in più guadagnati quando Politics, l'esperimento fallimentare di Raitre, si fermava al 2/3 per cento. Inoltre Floris sconta anche il fatto di non avere più in copertina Maurizio Crozza, passato al canale Nove, che garantiva grande traino al suo talk. Il fatto è che, con questi risultati, ai piani alti di viale Mazzini, si dovrebbero domandare se non sarebbe il caso di proseguire su questa strada: cioè mantenere Greco alla sera (tra l'altro un vecchio progetto semplice e lineare ma accantonato).

In previsione c'è lo sbarco di Bianca Berlinguer, a metà febbraio, con il suo cartabianca trasformato «a colori» che sta dando buoni risultati nella fascia preserale.

Striscia quotidiana da curare e valorizzare anche perché cominciata da poche settimane. Insomma, un bel dilemma per viale Mazzini: rimandare Greco al mattino dopo i buoni risultati ottenuti in prima serata non è così indolore...

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