Lady Gaga vivrà pure come un idolo piacevolmente intrappolato nell’euforia collettiva dei fans o come una farfalla trafitta dallo spillone di un collezionista di dischi, ma c’è un’altra faccia della medaglia che non promette nulla di buono. L’artista newyorkese di origini italiane è diventata bersaglio degli jihadisti che non hanno esitato, per la prima volta, a scomodare il cattolicesimo pur di cancellarne persino la memoria. La fatwa lanciata nei giorni scorsi dal giurista saudita Yusuf Al Kasani non lascia spazio del resto ad altre interpretazioni. Lady Gaga «è il male in persona - si legge - perché si è permessa di irridere uno dei profeti della religione, Gesù figlio di Maria e messaggero di Allah». Per l’Islam Gesù viene considerato uno dei più importanti strumenti di Dio, un profeta della medesima grandezza spirituale di Maometto. Il Corano ne conferma la nascita virginale e la sua vita è raccontata in un capitolo del testo sacro dal titolo «Maryam».
La decisione di annullare la tappa del prossimo 3 giugno a Giakarta del «Born This Way Ball Tour» sarebbe quindi da collegare alle minacce di morte che la cantante sta ricevendo con una certa regolarità da organizzazioni di matrice islamica. «Mi sento indonesiana nel cuore e sono dispiaciuta per quanto accaduto», ha confidato Lady Gaga da Singapore in un messaggio trasmesso domenica sulla sua pagina ufficiale di Facebook, «avremo occasione per ritrovarci. Ne sono convinta». Si tratta però di una persuasione puramente di facciata perché secondo fonti vicine al suo entourage altre tappe della tournee potrebbero saltare come birilli. A rischio ci sarebbero le esibizioni di Parigi, Anversa e Nizza, tra il 24 settembre e il 4 ottobre (due giorni prima canterà al Mediolanum Forum di Milano). Città che contano su comunità islamiche piuttosto nutrite. Ad Anversa ad esempio, secondo centro abitato più grande del Belgio dopo Bruxelles, è stato aperto lo scorso anno un tribunale islamico conforme alla sharia. Si temono gesti isolati di mitomani o di oltranzisti smaniosi di mettere in atto la fatwa.
La signorina Stefani Germanotta angustia gli estremisti islamici perché veste gli abiti di icona di una contestabile rivoluzione culturale tra le giovani leve. L’avvento di internet, dei social network e il proliferare delle tv satellitari l’hanno resa celebre e acclamata anche in Medioriente. Non a caso la tv Persian Music Channel, la Mtv araba con sede in Iran, trasmette a ciclo continuo le sue performance. La canzone incriminata, quella che per intenderci ha generato la collera degli affiliati di Al Qaeda, è Judas.
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