Sanremo 2020

"Per ora sono primo. Ma il mio brano è già una vittoria"

Il favorito della gara: «Ho cercato di portare un pezzo più emozionale»

"Per ora sono primo. Ma il mio brano è già una vittoria"

È arrivato quatto quatto qui a Sanremo, mica era un favorito alla vittoria. Oggi Francesco Gabbani si gioca la finale del Festival tra i candidati al podio, dopo il primo posto nella classifica complessiva di ieri. Trentotto anni («Quasi», precisa lui), toscano di Carrara, era arrivato vicino al ritiro prima di esplodere con Amen tra i giovani di Sanremo, ha vinto tra i Big nel 2017 con Occidentali's Karma, poi ha smaltito il successo e ora ha cambiato pelle, ma è rimasto in cima. E la sua Viceversa ha convinto al primo ascolto. Per di più ha stupito anche la cover della serata di giovedì, L'Italiano di Toto Cutugno, che pochi hanno visto perché è andata in onda all'1,46, ma che è diventata subito fortissima sul web. «È stato un tributo all'italianità universale», spiega saltando tra una radio e una telecamera manco fosse un calciatore alla finale di Champions.

Scusi, Gabbani, nessuno si aspettava che lei si presentasse vestito da astronauta a cantare «Buongiorno Italia buongiorno Maria»...

«Mi è sembrato il brano perfetto anche per descrivere questa epoca, perché spiega i difetti e i pregi degli italiani che sono ormai cosmici, nel senso che sono fissati nel Dna. In sostanza credo ci siano valori base nei quali anche io mi riconosco e ho trovato giusto ribadirlo anche qui».

Di fianco a lei in scena sono arrivati molti ragazzi che sventolavano la bandiera italiana.

«Erano ragazzi italiani di seconda generazione. Li ho scelti attentamente perché avessero tratti somatici facilmente identificabili e rendessero l'idea di una universalità italiana. E poi sa una cosa?».

Dica.

«Credo che questa canzone di Toto Cutugno sia idealmente vicina alla mia Occidentali's Karma, è inserita nella stessa scia di pensiero».

Molti hanno scoperto che la sua voce assomiglia a quella di Toto Cutugno.

«In effetti quando raschio un po', sembro Cutugno e anche Celentano, per il quale Toto aveva originariamente scritto L'Italiano».

Cutugno al Festival era abbonato al secondo posto...

«In realtà in questo Sanremo mi sento di avere già vinto».

E perché?

«Sono arrivato con un brano che avrebbe potuto disorientare il pubblico, non soltanto quello che mi segue sempre».

Ma perché?

«Ho cercato di portare un Gabbani più emozionante ed emozionale, qualcosa che è parte di me adesso e che prima nascondevo dietro ad altri modi di fare musica».

Risultato?

«È stato accolto come non mi sarei aspettato».

In effetti, ieri Viceversa era quarto in classifica su Spotify.

«E io non sono un artista tipicamente legato al mondo Spotify».

Quindi ha trovato un altro pubblico?

«In realtà non so spiegarmelo. Forse sì o forse semplicemente è l'effetto Sanremo. Ma di certo per me è come se fosse una vittoria».

E dire che qui all'Ariston ha cantato quasi sempre tardi.

«Ho cantato due volte lo stesso giorno. Nella puntata di giovedì ho cantato alle 1,40, quindi era già venerdì. Mi sono esibito anche ieri sera. Forse è un record».

Si è arrabbiato?

«Ma figurarsi, il ritardo fa parte dello show da sempre e sarebbe poco professionale non accettarlo».

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