Cultura e Spettacoli

Addio a Piccola Piuma, l'apache che rifiutò l'Oscar per Marlon Brando

È scomparsa all'età di 75 anni l'attivista nativa americana. Nel 1973 salì sul palco degli Oscar e il suo discorso sui maltrattamenti degli indiani d'America ebbe una grande risonanza

Addio a Piccola Piuma, l'apache che rifiutò l'Oscar per Marlon Brando

È morta all'età di 75 anni Sacheen Littlefeather conosciuta con il nome di Piccola Piuma. L'attrice e attivista nativa americana fece la storia, durante la notte degli Oscar nel 1973, rifiutando il premio come miglior attore per il film Il Padrino per conto di Marlon Brando. Nel suo discorso condannò i maltrattamenti degli indiani d'America, scuotendo sia l'Academy sia gli 85 milioni di spettatori collegati.

Il suo nome americano era Marie Louise Cruz, nata a Salinas il 14 novembre 1946, ed è morta domenica 2 ottobre nella sua casa di Novato, nella contea di Marin, in California, in seguito a un tumore al seno e al polmone destro, che le era stato diagnosticato nel 2018.

Il discorso, originariamente era di otto pagine, ma il produttore Howard Koch le impedì di leggerlo per intero, informando che Littlefeather avrebbe avuto solamente un minuto. Quando parlò si presentò come Apache, criticando la rappresentazione dei nativi americani da parte di Hollywood. Salì su quel prestigioso palco con un abito di pelle di cervo, mocassini e i capelli neri raccolti. Aveva 26 anni era una sconosciuta ai più, ma solo un minuto dopo, l'America non parlò altro che di lei.

"Buonasera. Mi chiamo Sacheen Littlefeather. Sono Apache e presiedo il Comitato Nazionale per l'Immagine Affermativa dei Nativi Americani. Rappresento Marlon Brando a questo evento. È con rammarico che Marlon Brando non può accettare questo premio così generoso, a causa del modo in cui i nativi americani sono trattati oggi dagli Stati Uniti e dall'industria cinematografica, in televisione e nelle repliche dei film, e a causa di Wounded Knee". Disse con voce ferma a una platea incredula.

La risposta dell'Academy

Le sue parole non furono però accolte bene dalla platea dell'Academy, abituata a festeggiare e non a mettersi in dubbio, e oltre a pochi applausi, molti furono i fischi e gli insulti. Solo 50 anni dopo l'Academy di Hollywood le ha rivolto le sue scuse, organizzando il 17 settembre scorso un evento in onore della cultura dei nativi americani che ha celebrato il contributo delle popolazioni indigene alla Settima Arte.

Prima di acquisire la controversa notorietà durante la notte degli Oscar, Littlefather aveva posato come modella per la rivista Playboy. Negli anni '80 ha partecipato a campagne per la lotta all'Aids, causa di morte del fratello e ha lavorato in un ospizio in California.

Riscoprendo la fede cattolica della sua infanzia, ha anche guidato un circolo di preghiera di San Francisco intitolato alla religiosa Kateri Tekakwitha, una donna Algonquin e Mohawk del XVII secolo, prima nativa nordamericana a essere proclamata santa da papa Benedetto XVI.

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