I luogo non ha niente di cool e non risulta attraente: stiamo parlando della zona industriale ai confini di Monza, quella Brianza alcolica che compare negli striscioni a San Siro, non certo quando si parla di cultura. Eppure proprio nella periferia metropolitana è nata una delle realtà discografiche più interessanti del nostro Paese. Ecco una storia italiana fuori dai soliti giri, perfetta per chi ancora ha voglia di inseguire sogni di indipendenza e libertà.
Il principale protagonista del racconto è Garbo, al secolo Renato Abate, cantante di culto tra wave ed electropop: nel 1981 il suo singolo A Berlino… va bene spopola nelle radio. Diventa un fenomeno, assaggia il successo al Festivalbar e Sanremo, ma qualcosa non va: «Ho sempre amato poco il nazionalpopolare e mi sono dissociato dalle multinazionali e dalle major, strumenti tritacarne del marketing ». Nel ’92, proprio in Brianza, fonda l’etichetta Discipline con il preciso scopo di pubblicare quei prodotti di qualità che non avrebbero mai potuto trovare un canale ufficiale, nel segno dell’originalità e del multilinguismo, come il progetto Up the Line del ’97 dove chiama a raccolta gli scrittori cannibali Scarpa, Nove, Santacroce, Labranca, Ammaniti ecc… Anche i dischi degli anni Duemila, permeati da un forte senso pittorico e cromatico ( «difetto»di famiglia, il fratello Gianantonio Abate ha fatto parte dei Nuovi Futuristi insieme a Marco Lodola e i Plumcake), Blu , Gialloelettricoe Come il vetro , quest’ultimo in collaborazione con Mescal, escono per Discipline.
Nel frattempo Discipline cresce, grazie anche alla presenza di Luca Urbani, già leader dei Soerba e oggi eccellente cantautore, con l’intento di stanare quei talenti misconosciuti che ruotano intorno alla Factory monzese: Micol Martinez, Zerouno, Stardog, Elisabetta Fadini. Al progetto ha aderito recentemente Andy, tastierista e mente dei Bluvertigo, che da anni porta avanti in parallelo la pittura con risultati niente affatto trascurabili. Amico di Lodola, con cui ha suonato e dipinto nello studio di Pavia, Andy insieme a Fabrizio Grigolo (elettronica) e Fabio Mittino (chitarra) ha fondato FLUON, studio laboratorio anche questo a Monza; fedele alla matrice electrowave anni ’80, l’ha contaminata di sonorità più moderne. Per Discipline è appena uscito il singolo L’assassino è il maggiordomo , guest Luca Urbani, videoclip in bianco e nero di Robi Monti, e Andy si dice sempre più convinto di voler buttare subito sul web e nei live il materiale appena concepito, sottraendosi allatempistica ferrea dell’album.In quanto al rapporto tra arte e musica, li definisce «due universi paralleli, attività che si muovono insieme, e se la musica ha bisogno di un circuito indipendente frutto di un’esperienza da laboratorio, anche nell’arte sarà sempre più così,un’autentica necessità di muoversi oltre i meccanismi consolidati del mercato e delle gallerie». In quanto a Garbo, «per me è stato un onore girare nel mio studio il clip de La moda e poter mettere le nostre energie in cortocircuito ».
In effetti Garbo, oltre a fare da punto di riferimento per i più giovani, continua a essere un fior d’autore, e l’ultimo album (appunto La moda uscito nel 2012) si conferma tra le punte della sua discografia. Dieci bellissime canzoni, tra queste Sembra e Sexy ; in particolare l’ultima traccia, Architettura MIG , dà il valore aggiunto a tutto il lavoro. Garbo si ricorda di aver avuto, negli anni ’80, una fascinazione per i progetti, il design e i colori di Massimo Iosa Ghini, architetto dell’Italian Wave,fondatore del Bolidismo, già vicino al mondo pop- in particolare Righeira ed Enrico Ruggeri- la cui lunga carriera sarà celebrata in Triennale nel prossimo aprile. Nonostante la reciproca stima, i due si conoscono solo un anno e mezzo fa. «È stato un incontro da romanzo, il rivelarsi di un sodalizio all’antica,la riscoperta del piacere, complice la crisi, di fare le cose gratis. Garbo esprime il fascino di un personaggio alla Oscar Wilde, puro, coerente, con un’ottima web reputation soprattutto tra i giovani». In «cambio» del pezzo, Iosa Ghini disegna a matita il ritratto di Garbo, su fondo nero, andando a cogliere «quell’automatismo fluido che si rivela nella sua musica ». Diventerà la copertina de La moda .
Nessuna nostalgia della metropoli inseguita negli anni Ottanta. Per Garbo oggi «sei più libero ai confini, sui margini, e non è vero che c'è solo la provincia bigotta e chiusa, ma anche fermenti e spazi creativi».
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