"The Possession", ennesimo esorcismo su grande schermo

Nulla che non si sia già visto in decine di altri horror, con l'aggravante di generare involontariamente più di una risata

"The Possession", ennesimo esorcismo su grande schermo

Emily (Natasha Calis) ha undici anni e genitori appena separati, Clyde e Stephanie (Jeffrey Dean Morgan e Kyra Sedgwick). A un mercatino di quartiere nota una vecchia scatola con una misteriosa incisione, ne è attratta e convince il padre ad acquistarla. Una volta a casa riesce ad aprirla ma ignora di aver liberato in questo modo un demone della tradizione ebraica, un Dibbuk. Seguiranno ventinove giorni di possessione che metteranno a ferro e a fuoco l’intera famiglia.

C'è poco da fare, "L'esorcista" di William Friedkin, datato 1973, rimane l'ineguagliabile punto di riferimento di un intero filone horror; anche "The Possession", ora nelle sale, gli rende omaggio ricalcandone molti stilemi e introducendo un esorcismo forse mai ritratto su grande schermo, quello di rito ebraico.

A parte i riferimenti a una religione poco esplorata dal cinema del terrore, in questo film non c’è nulla di nuovo, né di migliore rispetto a quanto già visto. Si asserisce fin dal trailer si tratti di una storia vera, ma non ci sono riferimenti concreti; semplicemente lo spunto del soggetto è un articolo apparso nel 2004 sul Los Angeles Times in cui si parla di una scatola messa all'asta su E-bay contenente, a dire dell'inserzionista, uno spirito maligno responsabile di molte tragedie. Nonostante il grande Sam Raimi in veste di produttore, il regista è il più modesto Ole Bornedal, danese che non gira un successo dai tempi di "Nightwatch" del 1997.

Ciò detto, questo film non sarà memorabile ma ha qualche pregio oggettivo come la fotografia gelida, inquietante e raffinata di Dan Laustsen, un'atmosfera da horror vintage, un ottimo incipit (con la sequenza forse più riuscita in cui è mostrata la scatola demoniaca che mette fuori combattimento la sua vecchia proprietaria), e qualche immagine che si fa ricordare come quella in cui la protagonista è seduta sul letto circondata da centinaia di falene giganti.

Apprezzabile l'interpretazione dei due attori protagonisti: Jeffrey Dean Morgan è una sicurezza, ha fascino ed è credibile nelle vesti del padre angosciato da eventi soprannaturali, (ha impersonato lo stesso ruolo nella serie tv americana "Supernatural"); quanto alla giovane Natasha Calis, è notevole il suo trasformarsi, in un lento crescendo di stranezze, da innocente a posseduta.

Quel che resta imperdonabile e marchia a fuoco il film come non riuscito, è che strappi involontariamente due o tre grasse risate neanche si stesse guardando “Scary Movie”, la parodia dei film horror.

Qui di situazioni volutamente grottesche non ce ne sono, si vuol spaventare e basta e farlo seriamente; se in sala si ride, qualcosa nel girato è ridicolo pur non volendo esserlo. Consigliato solo a spettatori onnivori di qualsiasi cosa appartenga al genere horror.

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