Cultura e Spettacoli

"Il postino" suona per Endrigo e gli assegna l'Oscar postumo

Il cantante riconosciuto dal compositore Bacalov come coautore della colonna sonora che vinse la statuetta. Finisce una odissea giudiziaria iniziata nel 1996

"Il postino" suona per Endrigo e gli assegna l'Oscar postumo

Sergio Endrigo vince un Oscar postumo a otto anni dalla morte. Dopo una causa durata 18 anni, il compositore Luis Bacalov ha riconosciuto al cantautore la «copaternità» della colonna sonora de Il postino, il film che nel 1996 conquistò la statuetta per la miglior musica.

Così funziona la giustizia in Italia; così si fa beffe di un cantautore spesso perseguitato dalla sfortuna e oggi non ancora completamente rivalutato. Ci sono volute due sentenze perché il maestro Bacalov ammettesse di «aver copiato» alcuni passi dal brano di Endrigo Nelle mie notti e ridepositasse alla Siae - prima della definitiva sentenza in Cassazione - i bollettini con l'aggiunta dei nomi di Endrigo, Riccardo Del Turco (cognato di Endrigo e cantante noto per il megasuccesso di Luglio e di brani scanzonati come Cosa hai messo nel caffè cantata in coppia con Antoine a Sanremo) e Paolo Margheri che avevano promosso l'azione legale chiedendo, illo tempore, dieci miliardi di lire. La prima sentenza diede ragione a Bacalov (grazie alle perizie di Ennio Morricone e Luciano Berio contro quella, favorevole al cantautore istriano, di Guido Zaccagnini) ma l'Appello ribaltò tutto sostenendo la tesi del plagio. Curiosa la posizione di Morricone che, parlando di «tematiche della musica popolare ormai esaurite», annullava di fatto il reato di plagio. Endrigo, colpito negli ultimi anni da un ictus, ha sofferto molto per il modo in cui è stato trattato nell'ambiente della musica leggera. Prima di morire lamentava: «Io non ce l'ho con i colleghi, ma l'aver fatto, dall'80 al '95, cinque dischi che sono stati letteralmente buttati dalla discografia, non promossi, non distribuiti, ignorati, mi ha lasciato una profonda amarezza».

Endrigo, il cantante triste che veniva da Pola, si fece conoscere alla Ricordi di Nanni Ricordi per poi esplodere alla Rca, nel 1962, con l'evergreen Io che amo solo te, che di botto vendette oltre 600mila copie. In quel periodo collaborò a lungo con Bacalov che, come Morricone, era arrangiatore di lusso di tutti i successi di musica leggera, dai brani di Gianni Morandi e Rita Pavone a quelli dei grandi cantautori come Gino Paoli e Umberto Bindi passando per Neil Sedaka. Ma nella sua biografia Endrigo ha qualche sassolino da togliersi sul maestro Bacalov. Infatti, ricordando i tempi in cui era accompagnato al pianoforte da Enzo Jannacci, scrive: «Iniziò in quel periodo la mia collaborazione col maestro Luis Enrique Bacalov; lo chiamai parecchie volte ad aiutarmi a definire alcune canzoni, ma le idee iniziali sono sempre state mie. Infatti, in dodici anni di collaborazione, il maestro Bacalov mi ha proposto solo la poesia La rosa bianca, affinchè la musicassi e ne curassi la traduzione, e La colomba, che lui ridusse a canzone, attingendo alla romanza del poeta Rafael Alberti su musica di Guastavino». In quegli anni nacquero comunque successi come Lontano dagli occhi, Canzone per te, L'arca di Noè.

Poi il litigio, proprio per la musica de Il postino, in cui Endrigo riconobbe i tratti armonico-melodici di Nelle mie notti. Una lunga guerra che Bacalov, che oggi ha ottant'anni, avrebbe potuto chiudere molto prima, senza aggiungere tanta amarezza nella vita personale e professionale di Endrigo, sostenuto nella sua battaglia dalla figlia Claudia, che ancora oggi ne tutela il patrimonio artistico.

Il cantautore triste un bell'Oscar se lo sarebbe meritato, ma la beffarda storia del pop è piena di cause per plagio; da quella di Al Bano contro Michael Jackson a quella, clamorosa, della dilettante Maria Pia Donati Minelli, che vinse una causa definitiva per plagio contro il duo delle meraviglie Pace-Panzeri per il brano Taxi, cantato da Antoine a Sanremo 1970.

Commenti