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Mario Vargas Llosa ha sostenuto che la stroncatura di Lamartine ai danni de I miserabili di Hugo fosse da leggersi al contrario come un omaggio alla letteratura sovversiva. Molti sono stati i detrattori di questo romanzo, ma tanti coloro che lo hanno elogiato, da Dovstoevskij a Rimbaud. In tempi recenti varie sono state le riduzioni teatrali, a cominciare dallo sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi protagonista Depardieu. Stavolta in questa coproduzione del CTB, dello Stabile del Friuli e Degli Incamminati, il ruolo di Jean Valjean è affidato a Franco Branciaroli. Un attore che da sempre interpreta i suoi personaggi con carisma e spudoratezza. Lo spettacolo è costruito dall'abile regia di Franco Però con scene di Domenico Franchi costruite come monoliti scomponibili. In questa lettura risalta la figura del randagio Valjean che dopo un furto in sagrestia di tre candelabri d'argento diventa, dopo varie peripezie, un solido borghese che adotta la povera Cosetta (la brava Federica de Benedittis). Una ragazzina maltrattata da vari profittatori. In questo spettacolo Branciaroli interpreta una natura particolarmente umana. Al contrario della retorica del male assoluto che riguarda il Javert di Francesco Migliaccio. Un elogio a Luca Doninelli per il suo entusiasmante adattamento. Finale melò con un'interpretazione superba di Branciaroli.

Lontani i tempi quando a Parigi assistemmo al medesimo testo per la regia di Robert Hossein quando in quello strepitoso finale gli attori si liberavano delle catene intonando, tra un tripudio di applausi e bandiere, la Marsigliese. Ma erano purtroppo altri tempi. Successo.

I MISERABILI - Napoli, Teatro Mercadante.

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