Quando Stanlio&Ollio non si sopportavano più e restarono senza soldi

Il film di John Baird svela un aspetto inedito del rapporto tra i due comici a fine carriera

Quando Stanlio&Ollio non si sopportavano più e restarono senza soldi

Il grasso e il magro. L'americano tondo e l'inglese a punta. La mimica e il cervello. Stanlio&Ollio, insomma. Ovvero la coppia comica più famosa di sempre, lanciata da Hollywood a metà degli anni Venti e che adesso rivive nel biopic di Jon S.Baird Stanlio&Ollio. Il film sui comici, nelle sale dal primo maggio (con Lucky Red), rivela un aspetto inedito del loro sodalizio, che fruttò un centinaio di pellicole, tra il 1927 e il 1950, con una transizione dal muto al parlato: le loro espressioni si facevano sentire più delle loro voci, infatti. E se i commedianti, interpretati da Steve Coogan (Stanlio) e John C.Reilly (Ollio), promanano ancora un fascino umano, che va al di là dell'effetto clownesco, stavolta veniamo a conoscere la delusione dei due e il reciproco disamore. Stan Laurel e Oliver Hardy non si sopportavano più, nel dopoguerra. Quando il pubblico, non più così disperato da aver bisogno delle loro esilaranti buffonate da Grande Depressione, volta loro le spalle. Non avevano una lira; Hardy era esasperato dalla sua obesità e Laurel dalla colite e da problemi alla prostata, mentre le caricature dell'Uomo Qualunque non scucivano tante risate. Che fare, intanto che le vite scricchiolano e i debitori sfondano la porta? Mandare avanti lo spettacolo, ovvio. Così, dal 1953 al 1954 i due attori, ancora abbastanza strampalati da sopportare camerini muffi e platee da quattro soldi, si tuffano in un tour inglese. In fin dei conti, la gente necessita ancora dei loro sketch e ben vengano i piccoli teatri di provincia per questi pionieri della commedia al verde. Così sfortunati da non ricevere un centesimo per lo sfruttamento dei loro film, come ha raccontato Time nel 1967. Nei loro ultimi anni Ollio è morto a 65 anni, nel 1957 e Stanlio a 74, nel 1965 se la passavano piuttosto male. E quando Stan Laurel, nel 1961, venne insignito dello Honorary Academy Award per il suo «pionierismo creativo nel campo della commedia», era troppo in cattivo arnese per ricevere il premio di persona.

«Sono un fan della coppia e invece di raccontare i successi che tutti conoscono, ho preferito seguire una strada diversa, concentrandomi sulla fase più difficile della loro carriera. Quando il lavoro precipita. Sono i loro sentimenti, la loro vita interiore, i veri protagonisti della storia che racconta un'amicizia», spiega il regista, affascinato da Hardy. Il quale, figlio di un politico di Atlanta, aveva studiato legge all'Università della Georgia, prima di affrontare la carriera da cantante: era lui il cervello dietro le gag. Eppure, a un certo punto Ollio, pressato dalla moglie Ida e dai debiti di gioco, decide di girare un film per conto proprio, Zenobia Ollio sposo mattacchione e tale parentesi viene illustrata nel biopic, ispirato al libro di A.J. Marriot sull'ultimo tour britannico dei vecchi artisti. «E' come un matrimonio tra due persone che si amano, ma una delle due, in passato, è stata infedele», commenta Baird, 46enne scozzese che narra con ritmo un grande trucco del cinema: realizzare film comici è un lavoro serio, come dice Buster Keaton. Tanto più che, quando i due vecchi compagni di palcoscenico affrontano la tournée inglese, la televisione sta azzerando l'antica abitudine di andare a teatro a vedere i propri beniamini.

Ma come capita tra marito e moglie, che pur detestandosi navigano a vista nel matrimonio a pezzi, Stan e Oliver preparano le scenette della stazione e dell'ospedale. Le ginocchia dolgono, il fisico non regge. Ma mogli avide e prepotenti e impresari cinici vogliono i soldi. Guardando alla decrepitezza di personaggi oggi sulla scena, qualcosa suona attuale.

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